(Foto di https://www.facebook.com/WGAWest)

 Ezio Boero

E’ stato siglato domenica 24 settembre l’accordo provvisorio tra il sindacato degli sceneggiatori Writers Guild of America (WGA) e le aziende del settore dell’intrattenimento, con sedi soprattutto a Los Angeles e a New York. L’accordo, che è ancora all’esame degli avvocati del sindacato, dovrà essere approvato da un prossimo referendum tra i lavoratori.

E’ già stato approvato dal Presidente Biden che lo ha definito “una testimonianza del potere della contrattazione collettiva”. Per il sindacato l’accordo ha raggiunto “risultati eccezionali”, ma i contenuti dell’intesa non sono ancora stati diffusi. Gli occhi di tutti sono puntati su quanto ottenuto in merito alla remunerazione dello streaming e alla questione ammazza-lavoro dell’intelligenza artificiale generativa (IA) applicata alla realizzazione dei film.

Gli sceneggiatori erano in sciopero dal 2 maggio. Cioè, al 25 settembre, da 146 giorni. Nel 1988 lo sciopero fu di 153 giorni.  Il ritorno al lavoro non è stato ancora autorizzato dal sindacato, che ha invitato i membri che saranno ancora in sciopero fino alla ratifica del contratto, a sospendere i picchetti e a sostenere quelli del contemporaneo sciopero degli attori.

Le trattative erano riprese, in modo riservato e con la presenza dei magnati dell’industria cinematografica e televisiva il 20 settembre. La retribuzione di trasmissioni e repliche, anche in streaming, e la regolamentazione della IA erano i punti cruciali della vertenza, che coinvolgeva 11.500 scrittori, il cui tenore di vita, nelle due grandi città dove la gran parte di lorolavora, è per molti assai difficoltoso. Anzi, impossibile nei quartieri centrali: l’affitto medio mensile a Manhattan è di 4.400 dollari, mentre nel centro e nella zona ovest di Los Angeles è di 4.695 dollari.

La ripresa di film e spettacoli ci sarà solamente se anche il sindacato SAG-AFTRA, che rappresenta gli attori in sciopero dal 14 luglio, raggiungerà un accordo. La maggioranza dei 160.000 attori, quando e se lavora, ha retribuzioni insufficienti a vivere degnamente in quelle città. Anche loro, come gli sceneggiatori, hanno dimostrato una notevole compattezza. Solo pochi, tra cui Drew Barrymore, la più vituperata e sottoposta a una settimana di attacchi online, hanno violato l’impegno collettivo dello sciopero.

Venerdì scorso, al primo sentore che picchetti e manifestazioni, ricorrenti per settimane ogni giorno sotto il sole, fossero quasi terminati, a Los Angeles diverse centinaia di scrittori si sono raggruppati nel picchetto di fronte al cancello della Paramount Pictures, anche per partecipare a uno degli “incontri a tema” che hanno tenuto su il morale dei lavoratori in questi mesi. Venerdì era il “giorno delle marionette”, con spettacoli di burattini e marionette in feltro che recitavano scenette ideate ovviamente dagli scioperanti (visto che è il loro mestiere).

Ma le feste non hanno potuto cancellare in queste settimana le difficoltà a vivere senza stipendio, che non fosse il minimo contributo pagato dal sindacato con il fondo scioperi creato con una parte delle quote d’iscrizione. Gli enti di beneficenza dell’industria cinematografica hanno raccolto centinaia di chiamate al giorno da lavoratori disoccupati in cerca di assistenza finanziaria, soprattutto per pagare le rate dell’affitto e del mutuo.

In una prima fase, gli studi cinematografici e i servizi di streaming potrebbero aver tratto vantaggio dal non dover pagare per le produzioni, essendo in grado di incassare denaro dai biglietti dei cinema e dalla vendita di spettacoli completati prima dello sciopero, ma ora anche i loro profitti stavano iniziando a risentirne.

A metà settembre, la Camera della California ha approvato un disegno di legge che consentirebbe ai lavoratori di ricevere l’indennità di disoccupazione anche dopo esser stati in sciopero per almeno due settimane. Si presume che, anche se firmato dal Governatore dello Stato (che è preoccupato perché il Fondo, dopo il periodo di punta del covid, è in “rosso” per 18 milioni di dollari) entrerà in vigore solo da gennaio. Dunque non riguarderà gli scioperi in corso.

Dal prossimo 4 ottobre i sindacati che rappresentano 75.000 lavoratori di Kaiser Permanente, la più grande struttura ospedaliera (privata ma senza fini di lucro) degli USA hanno indetto uno sciopero contrattuale, inizialmente di 4 giorni. E continuano quello delle lavoratrici degli hotel californiani e delle Tre Grandi dell’auto indetto da UAW, che questa settimana vedrà la presenza sul campo di due Presidenti. Biden sarà il 26 e Trump il 27 a Detroit.

FONTI PRINCIPALI:

M.Del Barco, Hollywood writers reach a tentative deal with studios after nearly five month strike, NPR, 24.9

Alex N.Press, After 146 Days on Strike, Hollywood Writers Have Reached a Tentative Agreement, Jacobin, 25.9

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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