(Foto di Agenzia Dire)
Il processo per l’omicidio di Giulio Regeni si potrà celebrare. Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 420-bis del Codice di procedura penale, lì dove non prevede che il giudice possa procedere per i delitti commessi mediante gli atti di tortura quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che questi sia stato informato dell’accusa e del rinvio a giudizio.
Il processo si era bloccato perché le autorità egiziane non avevano mai collaborato con i magistrati italiani fornendo gli indirizzi dei quattro agenti dei servizi di sicurezza accusati di aver rapito, torturato e ucciso Giulio Regeni.
“Avevamo ragione noi: ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell’ostruzionismo della dittatura di Al-Sisi, per conto della quale i quattro imputati hanno commesso questi terribili delitti. In effetti, come ha scritto il Gup Ranazzi nella sua ordinanza, ‘non esiste processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un’autorità di governo.’
Abbiamo dovuto resistere contro questa ‘volontà’ dittatoriale per sette anni e mezzo, confidando comunque sempre nei principi costituzionali della nostra democrazia.
Ringraziamo tutte le persone che hanno sostenuto e sosterranno il nostro percorso verso verità e giustizia: la Procura di Roma e in particolare il dottor Colaiocco, la scorta mediatica e tutto il popolo giallo” hanno dichiarato la famiglia Regeni e l’avv. Alessandra Ballerini