La presenza femminile nei ruoli dirigenziali della finanza europea è ancora insufficiente © Ponomariova_Maria/iStockPhoto
La presenza di donne nei consigli di amministrazione delle banche europee è in aumento. Tuttavia i ruoli dirigenziali restano ancora perlopiù in mano a uomini
Numerosi studi evidenziano come una quota maggiore di donne nei consigli di amministrazione delle società e a livello esecutivo possa attrarre più talenti femminili in azienda e migliorare le perfomance finanziarie. Nel 2022 le donne ricoprivano il 38% delle posizioni nei CdA delle banche europee. Il dato evidenzia un miglioramento rispetto al 36% del 2021 e al 35% del 2020. A rivelarlo è il recente report di Dbrs Morningstar “Gender diversity: the glass ceiling remains thick at european banks”.
Secondo l’ultima direttiva europea “Women on boards” per l’equilibrio di genere nelle aziende quotate in Borsa, entro il 2026 le donne dovranno occupare il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi. E il 33% di tutti i posti di amministratore delle società quotate, banche incluse.
L’indagine di Morningstar, condotta su un campione di 63 istituti di credito europei, ha rivelato che alcuni soddisfano, e in alcuni casi superano, l’obiettivo del 33%. Altri invece non lo fanno, e procedono a rilento. Nonostante l’aumento della presenza di donne nei consigli di amministrazione, il report evidenza che quest’ultime continuano ad essere sotto-rappresentate nelle posizioni dirigenziali. Nel 2022 le donne ricoprivano solo il 23% dei ruoli esecutivi nelle banche europee. Dato che evidenzia un miglioramento quasi nullo rispetto ai due anni precedenti
“Women on boards”: cosa chiede la direttiva europea
Il 7 giugno 2022 la presidenza francese del Consiglio europeo ha raggiunto con il Parlamento un accordo definitivo per trasformare in legge la direttiva “Women on Boards”. Ci sono voluti dieci anni per arrivare al varo della normativa. Questa prevede procedure di assunzione trasparenti affinché, entro il 30 giugno 2026, il 40% degli incarichi di amministratore non esecutivo e il 33% di tutti gli incarichi di amministratore siano occupati da donne.
Le società quotate dovranno fornire una volta all’anno informazioni sulla rappresentanza di genere nei loro consigli. Se gli obiettivi non vengono raggiunti, le aziende sono tenute a spiegare in che modo intendono rimediare. La direttiva impone, inoltre, procedure di nomina chiare e trasparenti e che i candidati vengano valutati oggettivamente sulla base dei loro meriti individuali.
Ciò significa che, a parità di meriti, tra due candidati appartenenti a generi diversi, la priorità dovrà andare al candidato appartenente al genere meno presente. Oltretutto le imprese dovranno rivelare i propri criteri di qualificazione qualora il candidato non selezionato lo richieda. Alle società che non si adegueranno verranno applicate misure sanzionatorie dai singoli paesi membri, inclusa la possibilità per gli organi giudiziari di sciogliere i CdA.
Consigli di amministrazione delle banche europee: solo il 38% dei posti occupato da donne
La recente indagine di Dbrs Morningstar riporta che – sulle 63 banche europee – nel 2022 il 38% dei posti nei consigli di amministrazione degli istituti di credito era occupato da donne. Il dato evidenzia un miglioramento rispetto agli anni precedenti.
In testa alla classifica, con la percentuale più alta di membri donne nei CdA delle banche, si trova la Svezia, che nel 2022 registrava una media del 49%. Seguono Finlandia e Norvegia con rispettivamente il 45% e il 44%. L’indagine stabilisce che quattordici banche del campione avevano una percentuale di donne nei CdA uguale o superiore al 50%. Di queste la maggior parte si trovano in Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Regno Unito e Irlanda. Tutti Paesi in cui le politiche di genere fanno parte delle politiche nazionali da decenni.
Lo Stato che nel 2022 registra la quota più bassa di donne nei consigli di amministrazione delle banche è la Grecia, con una media del 27%. A seguire troviamo la Germania con il 31% e la Spagna con il 32%. Sono diciannove le banche del campione che non soddisfano la soglia prevista dall’UE con meno del 33% di donne presenti nei consigli. La maggior parte di queste si trova in Grecia, Italia, Germania e Spagna.
Quante donne in posizioni dirigenziali nelle banche europee
I dati relativi alla presenza di donne nei consigli di amministrazione delle banche europee evidenziano comunque dei progressi. Tuttavia, quelli circa la presenza in ruoli dirigenziali risultano meno marcati. L’indagine di Morningstar rivela che nel 2022 le donne hanno occupato solo il 23% dei ruoli dirigenziali negli istituti di credito europei. Un miglioramento quasi nullo rispetto ai numeri dei due anni precedenti. Sono quindici le banche del campione analizzato ad aver registrato una percentuale di donne pari o superiore al 30% nel loro gruppo dirigenziale. Di queste, solo sei registravano una percentuale del 40%.
Come esempi virtuosi vengono citate dal report tre banche con CEO donne e che presentano una dirigenza formata per più del 40% da donne. Si tratta della Nationwide del Regno Unito, della DBN della Norvegia e di Bankinter della Spagna. Al polo opposto, invece, nove banche del campione non presentano alcuna donna nel corpo dirigenziale. Mentre sono pochissime quelle che occupano ruoli esecutivi in Danimarca, Italia, Austria, Belgio e Grecia. In tal senso la Francia ha di recente approvato una legge che impone alle aziende un aumento della quota di donne in ruoli dirigenziali a più del 30% entro il 2028 e a più del 40% entro il 2031.
E in Italia?
Per quanto riguarda l’Italia, Morningstar riporta che, nel 2022, la quota di diversità di genere nelle aziende si attestava a circa il 38%. Il Paese si posiziona al quinto posto della classifica delle nazioni prese in considerazione dall’indagine. In merito alle percentuali di rappresentanza femminile nei Cda delle banche, invece, il Paese si classifica al nono posto.
Gli istituti di credito presi in considerazione da Morningstar sono: Monte dei Paschi di Siena; la Banca Popolare di Sondrio; Banca Sella; BPM; Bper Banca; Cassa Centrale Banca-Credito Cooperativo Italiano; Iccrea Banca; Intesa Sanpaolo e UniCredit. Qui la percentuale del 33% prevista dalla normativa europea entro il 2026 viene superata. Le banche italiane, tuttavia, si posizionano molto al di sotto della media delle banche europee del campione per quanto riguarda la percentuale di donne nei team esecutivi nel 2022. L’indagine infatti riporta che in media le donne occupavano solo il 23% dei ruoli dirigenziali all’interno delle banche europee. Percentuale che in Italia si abbassa al 13%.
Di questi temi, e di molti altri, si parlerà dal 20 al 22 ottobre a Modena a FestiValori. A discutere di donne e finanza saranno Anna Fasano, presidente di Banca Etica, Flavia Mazzarella, presidente di Bper Banca, insieme a Annalisa Monfreda sabato 21 ottobre.