Anche Napoli ha concesso la cittadinanza onoraria a Julian Assange. L’annuncio è arrivato nel corso del consiglio comunale di giovedì 28 settembre, con l’intervento dell’assessore al turismo Teresa Amato: «Il sindaco mi ha chiesto di riferire sulla questione della cittadinanza onoraria ad Assange, più volte attenzionata al consiglio. La cittadinanza sarà data. Metteremo in moto tutte le procedure affinché questo avvenga velocemente». È la fine di una battaglia che, come ricordato dall’attivista napoletano di #freeassangenapoli Nicola Angrisano, dura da ormai otto mesi: «La cittadinanza finalmente conferita ad Assange è solo un piccolo segnale che proviene dalla nostra città, piccolo ma importantissimo. Aspettiamo di conoscere la data per il conferimento per dare massima dignità e visibilità all’evento. Grazie a quanti si sono spesi per un percorso che, dopo 240 giorni dall’approvazione del Consiglio Comunale, giunge finalmente al suo termine. Continua la battaglia degli attivisti napoletani verso il DayX per giungere alla definitiva liberazione di Julian Assange, in nome della libertà della stampa e di tutti noi». Stella Moris, avvocato e moglie del fondatore di WikiLeaks, ha commentato così la notizia: «Dopo essere stata a Napoli per il premio Pimentel Fonseca ho detto a Julian che la cittadinanza onoraria era una possibilità concreta. Questo riconoscimento dimostra che gli sforzi per mettere a tacere Julian e cercare di far dimenticare al mondo la sua sofferenza e la sua prigionia sono falliti. In effetti, l’incarcerazione di Julian ha avuto l’effetto opposto nel risvegliare la popolazione mondiale nei confronti di questa ingiustizia. Quando un’importante città italiana come Napoli riconosce ufficialmente Assange come cittadino onorario, lo fa anche per le sue virtù di cittadino e non solo di vittima di una grave ingiustizia. Questo sostegno è essenziale in un caso politico come il suo».
Dopo le battaglie vinte dai comuni di Lucera, Pescara e Reggio Emilia, Napoli si aggiunge alla lista delle città che hanno deciso di conferire la cittadinanza onoraria ad Assange. Era dal 31 gennaio che si aspettavano segnali dal sindaco Gaetano Manfredi che, nonostante la votazione del consiglio a larga maggioranza, ha evitato per più di sette mesi di dare seguito alla richiesta, disertando incontri con giornalisti, attivisti e finanche con Stella Moris. Resta da capire invece cosa succederà nella Capitale: la mozione era arrivata in aula lo scorso 18 luglio ed era stata calendarizzata per il 3 agosto, ma con una mossa inaspettata il PD aveva chiesto e ottenuto l’anticipo della chiusura dei lavori al 1° agosto, facendola così slittare a settembre. Per ora non sembra essere ancora stata decisa la data ma una cosa è certa: tutto questo tempo il fondatore di Wikileaks potrebbe non averlo e, in virtù dei 18 capi d’accusa formulabili nei suoi confronti per violazione della Legge sullo spionaggio, rischia fino a 175 anni in carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti semplicemente per aver fatto giornalismo d’inchiesta: ottenendo documenti che certificavano gravi violazioni dei diritti umani, delle leggi internazionali sui crimini di guerra, e di spionaggio ai danni degli alleati da parte del governo degli Stati Uniti d’America.
[di Roberto Demaio]