Due milioni e mezzo di palestinesi sono confinati a Gaza, di questi il 60% hanno meno di 25 anni, i veri perseguitati sono loro e non da oggi
Se guardiamo la cartina geografica del Medio-Oriente del 1947 possiamo constatare che sul territorio che oggi consideriamo israeliano c’era la Palestina.
Gesù era palestinese. I primi cristiani erano palestinesi.
In questo lembo di terra si concentrano i luoghi di culto di tre religioni. La loro storia inizia nella stessa città, a Gerusalemme. Non solo, cristiani, mussulmani ed ebrei hanno lo stesso Dio.
Israele come Stato è un’invenzione dell’Onu per dare una patria a quanti furono respinti da tanti paesi europei mentre fuggivano dagli orrori dell’Olocausto.
Il progetto era quello di costruire due Stati: uno israeliano ed uno palestinese. Da allora sono trascorsi oltre settant’anni e siamo ancora al punto di partenza. Guerre, morti, un popolo perseguitato che perseguita, che vuole sicurezza, ma lo fa con la forza delle armi ed alzando muri, manca solo il genocidio.
La tragedia a cui stiamo assistendo in queste ore è il risultato della mancata realizzazione di quel progetto. Gli israeliani vogliono il riconoscimento del loro Stato, i palestinesi vogliono la loro terra.
Entrambi i popoli intendono vivere negli stessi luoghi, ma non sanno farlo insieme e pacificamente. Paghiamo ancora una volta l’idea dello Stato/Nazione, della necessità dei muri, dei confini.
È una guerra stupida come lo sono tutte le guerre. La vita è breve, con le bombe si muore e non conta di quale religione sei, semplicemente e tragicamente si muore, allora perché tanto odio? A che serve? A chi serve?