Per Wikipedia, che aveva già riscritto la storia della strage di Odessa, riabilitato la figura di Stepan Bandera, e manipolato la pagina del professor Orsini, come denunciato da lui stesso, è il turno dell’ex ambasciatrice Elena Basile, finita nel tritacarne mediatico per le sue posizioni di “equivicinanza” tra Israele e Palestina, a cui è stata cancellata la pagina.
Wikipedia cancella la pagina di Elena Basile
Wikipedia Italia ha rimosso la pagina dell’ex ambasciatrice Elena Basile in seguito a questo comunicato:
La colpa dell’ex diplomatica è quella solita che viene attribuita a chiunque – come abbiamo imparato negli ultimi due anni con il conflitto in Ucraina – esca fuori dalla narrazione ufficiale. Questo porta a celebrità mediatica per alcuni (il caso Orsini) ma anche a uno stigma che penalizza tutti coloro che provano a inserirsi nel dibattito con posizioni difformi ma senza la protezione collaterale che fornisce la mediaticità.
La posizione di Elena Basile, nello specifico, cozza contro le frasi chiave della narrazione mainstream, “chi è contro Israele è antisemita”, “c’è stato un attacco e la risposta deve essere dura” ed “esiste un invasore ed un invaso”, recitate come un mantra dai Cappellini e i Severgnini di turno.
Frasi e anatemi che però generano un cortocircuito perchè – seppur riprese pari pari con quelle sull’Ucraina della stampa italiana – perché il Putin adesso si chiama Netanyahu.
Elena Basile non fa distinzione di morti, attribuisce le giuste colpe ad Hamas e ugualmente al governo israeliano. E per questo ha subito un attacco paradossale dal sindacato dei diplomatici che ha precisato che la signora non è mai diventata Ambasciatrice di rango, bensì si è fermata alla posizione di Ministro pluripotenziario e che quindi non può parlare da ambasciatrice. Cosa che, come ha ribadito lei stessa, è pero stata consentita fino ad oggi a tutti i precedenti pari rango. E dunque, volendo prendere per buona la precisazione del sindacato, Elena Basile non è ambasciatrice, ma ex ambasciatrice di Svezia e Belgio per la Repubblica Italiana.
Si tratta chiaramente di una macchina del fango ben costruita che arriva contemporaneamente alla strana “iniziativa” di Wikipedia.
L’enciclopedia virtuale non è nuova a questi exploit. In preda a foga revisionista russofoba, dopo aver riscritto la strage di Odessa trasformandola in un effetto collaterale agli scontri tra manifestanti filorussi e sostenitori del nuovo governo, aveva già messo mano anche alla biografia di Stepan Bandera il filonazista ucraino, collaborazionista con le SS, riabilitandolo e scrivendo che sarebbe considerato nazista solo dai “filorussi”.