La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata vittima di uno scherzo telefonico, avvenuto lo scorso 18 settembre ma reso noto solo ieri, organizzato dal duo comico russo noto come Vovan & Lexus: uno dei due comici si è finto il Presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki intrattenendo con la premier una conversazione in cui sono stati toccati delicati temi di politica estera, ma anche inerenti la questione del fenomeno migratorio. Il fatto ha suscitato parecchio imbarazzo ai responsabili dell’ufficio diplomatico in quanto non avrebbero messo in atto le procedure adeguate per verificare i contatti, secondo alcune fonti a causa dell’intenso lavoro di quelle ore. La premier, infatti, si trovava a New York per l’assemblea ONU, dove doveva incontrare diversi capi africani per il Piano Mattei, ed è così caduta nella trappola. Durante la conversazione Meloni ha ammesso che «La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava e non ha cambiato il destino del conflitto», aggiungendo che l’obiettivo è quello di «trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale». Si tratta di una posizione che contrasta con quella sostenuta a spada tratta dalla NATO, secondo cui gli Alleati resteranno al fianco di Kiev “fino alla vittoria” e che racconta spesso di come Kiev stia riconquistando i territori perduti. Accanto a questo argomento, Meloni ha poi affrontato quello delle migrazioni con alcune affermazioni compromettenti rispetto al ruolo della Commissione europea e degli altri membri dell’Unione: «L’Europa ha pensato per un sacco di tempo che poteva risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile», coinvolgendo esso «non solo la Ue, ma a mio parere anche l’Onu», ha spiegato.
Uno dei primi effetti della telefonata è stato quello di mettere in mostra l’estrema vulnerabilità dei sistemi di sicurezza nazionali, tanto che l’ufficio del consigliere diplomatico, Francesco Talò – ambasciatore di esperienza già a un passo dalla pensione – si è assunto la piena responsabilità dell’accaduto per “scagionare” l’istituzione nel suo complesso e, secondo alcune fonti, lascerà l’incarico a scadenza, tra pochi giorni, senza l’ipotizzata proroga di un anno. Oltre a questo, secondo alcuni analisti, lo scherzo sarebbe un chiaro messaggio all’Italia e al blocco atlantico da parte russa proprio in un momento di estremo logoramento del fronte occidentale, ossia “penetriamo quando vogliamo i vostri sistemi di sicurezza”. La stessa premier ha confermato, durante la telefonata, la stanchezza del fronte pro-Ucraina: «Vedo che molti sono stanchi. A dire la verità, potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita», ha detto. Il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, da parte sua ha parlato di «fine malevolo» dell’operazione che avrebbe messo in luce la fragilità dell’intero apparato. Allo stesso tempo, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che “L’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore”.
[di Giorgia Audiello]