Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Liberia ha visto Joseph Boakai vincere con uno stretto margine sul presidente uscente George Weah, che ha subito amesso la sconfitta.

Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Liberia si è concluso con la vittoria di Joseph Boakai, ponendo fine al mandato dell’ex stella del calcio George WeahDopo il primo turno, tenutosi il 10 ottobre, il presidente in carica George Weah aveva ottenuto un vantaggio minimo sul suo rivale Joseph Boakai, ex vicepresidente durante l’amministrazione di Ellen Johnson Sirleaf. Tuttavia, con una differenza di soli 7.126 voti su quasi due milioni, il ballottaggio del 7 novembre ha ribaltato gli equilibri, sancendo la vittoria di Boakai.

Contesto storico e politico

La Repubblica di Liberia, fondata nel 1847, ha sperimentato periodi di instabilità, con una storia contrassegnata da guerre civili e interventi delle Nazioni Unite. Dopo la seconda guerra civile liberiana degli anni ’90, la missione delle Nazioni Unite è intervenuta nel 2003, portando a una relativa stabilità per permettere l’organizzazione delle elezioni del 2005. In seguito alla vittoria in quell’occasione, Ellen Johnson Sirleaf ha presieduto il Paese per dodici anni, seguita nel 2017 da George Weah, celebre soprattutto per le sue gesta calcistiche con le maglie del Paris Saint-Germain e del Milan. Le elezioni del 2023 sono le prime a svolgersi dopo il ritiro definitivo della missione delle Nazioni Unite nel 2018, rappresentando una prova significativa per la stabilità politica del Paese.

Primo turno ed elezioni legislative

Come anticipato, nei risultati ufficiali del primo turno, Weah aveva ottenuto il 43,83% delle preferenze, mentre Boakai si era fermato al il 43,44%. Con 18 candidati minori che hanno ottenuto percentuali inferiori, la chiave per il ballottaggio risiedeva nel convincere gli elettori di questi candidati. Accordi e alleanze sono stati fondamentali per ottenere il sostegno necessario.

Inoltre, in corrispondenza del primo turno delle presidenziali hanno avuto luogo anche le elezioni legislative, che hanno determinato la composizione delle camere. La Coalition for Democratic Change (CDC) di Weah ha ottenuto un vantaggio significativo sullo Unity Party (UP) di Boakai alla Camera dei Rappresentanti, garantendo una maggiore governabilità in caso di vittoria di Weah. Questa dinamica ha evidenziato l’importanza di avere un esecutivo e una legislatura in sintonia per affrontare le sfide del Paese, mentre al Senato lo UP di Boakai ha mantenuto un numero superiore di scranni.

I fattori critici nella politica liberiana

Nonostante la popolarità di Weah in molte regioni, alcune criticità hanno minato il suo sostegno. La corruzione, l’aumento del costo della vita e la gestione economica sono rimaste problematiche irrisolte nel corso del suo mandato. Infatti, la Liberia occupa il 142° posto su 180 Paesi nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International. Weah, che aveva promesso azioni concrete contro la corruzione durante la sua prima campagna elettorale, non ha dunque soddisfatto le aspettative dell’elettorato, prestando il fianco all’opposizione.

La Banca Mondiale segnala che più della metà della popolazione vive con meno di 1,90 dollari al giorno, evidenziando sfide persistenti legate alla povertà. Weah e i suoi sostenitori hanno attribuito la mancata realizzazione degli obiettivi economici alla pandemia di COVID-19 e alle conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, fattori che certamente non hanno aiutato l’economia liberiana, ma che neppure possono essere usati come capri espiatori.

Il risultato finale: Weah ammette la sconfitta

Il ballottaggio si è concluso con Joseph Boakai che ha ottenuto il 50,9% dei voti, mentre George Weah si è fermato al 49,1%. La sfida testa a testa e la sconfitta finale del presidente uscente hanno sorpreso gran parte degli osservatori, se si considera la vittoria netta ottenuta da Weah nel 2017, con oltre il 61% dei voti. Il presidente uscente ha comunque voluto dare un segnale positivo alla politica nazionale, visto che Weah ha accettato la sconfitta prima ancora che tutti i voti fossero ufficialmente contati, sottolineando una maturità politica che spesso non si riscontra in molti Paesi africani.

Il nuovo leader, Joseph Boakai, ha ora il compito di affrontare le sfide ereditate e di guidare la Liberia in un periodo cruciale per la sua stabilità politica ed economica. La celebrazione pacifica della transizione di potere, per la seconda volta consecutiva dopo quello tra Sirlead e Weah, è un segnale positivo anche per l’intera regione dell’Africa occidentale, che ha visto recentemente diversi colpi di Stato e altri fattori di destabilizzazione. Dal canto suo, il presidente eletto Boakai ha sottolineato l’importanza della pace e della riconciliazione per il futuro del Paese.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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