Copertina del romanzo “Il respiro del sangue”
Il respiro del sangue è un romanzo dello scrittore Luca D’Andrea, pubblicato nel 2019 da Einaudi. Luca D’Andrea è nato nel 1979 a Bolzano e tuttora vi vive. Il suo romanzo è ambientato a Kreuzwirz, paese del Sud Tirolo e in un quartiere di Bolzano, Sciangai.
Trama. Estate 2019. Sibylle Knapp, ventenne cameriera (con la passione della meccanica) di Kreuzwirz, paesino dell’Alto Adige, subito dopo i funerali di Friedrich Perkman, ricco imprenditore locale, riceve da un anonimo mittente una foto che le fa capire senza alcun dubbio che sua madre Erika, trovata morta annegata il 21 marzo 1999 e data per suicida, in realtà fu assassinata. Sconvolta, la giovane inizia ad indagare e viene così in possesso di un’altra foto che ritrae l’allora giovane aspirante cronista bolzanino Antonio “Tony” Carcano accanto al cadavere della madre. La ragazza si reca così dall’uomo, che nel frattempo si è affermato come autore di romanzi rosa. Dopo un iniziale scontro, due iniziano ad indagare, ostacolati e minacciati ripetutamente dalla chiusa e austera comunità di Kreuzwirz, succube dei Perkman, e con l’aiuto di un’agguerrita avvocata scoprono un’impressionante serie di persone scomparse fra il 1999 e il 2019, di cui una considerevole parte ha le stesse caratteristiche di Erika e Sibylle (donne bionde sotto i trent’anni). Scoprono inoltre che Erika veniva sistematicamente bullizzata dagli abitanti del paese per via della sua sensibilità, della sua passione per i tarocchi e del suo amore per gli animali (tanto che da bambina venne morsa da una volpe idrofoba e venne salvata per un pelo dalla rabbia, inspiegabilmente endemica fra i canidi dei dintorni del lago di Kreuzwirz), ma anche dai quattro suoi amici più stretti: i rampolli Perkman, Karin e Martin; Elisa, morta anch’ella annegata qualche anno dopo; Gabriel, che dopo la morte di Erika entrò in una drammatica spirale di follia e stupefacenti, finendo in carcere. La prozia di Sibylle, Helga, ex colf di casa Perkman, rivela alla nipote che sua sorella (madre di Erika) era mentalmente instabile, tanto che i servizi sociali le affidarono la piccola Erika, e che la stessa Erika, poco prima di suicidarsi, sparì per cinque mesi e venne ritrovata dal proprietario del locale ove lavorava come cameriera (stessa occupazione successivamente intrapresa da Sibylle) nei pressi di un venditore ambulante di panini che usava la rivendita come copertura per spacciare droghe, e fu tacciata di prostituzione, essendo incinta e non avendo rivelato chi fosse il padre. Cosa lega gli scrittori Kenneth Grahame (che scrisse il libro per bambini Il vento tra i salici), William Peter Blatty (autore de L’esorcista), e Collodi (autore del celeberrimo Pinocchio), al terribile grimorio Unaussprechlichen Kulten (“I culti indicibili”), citato perfino da Lovecraft in qualcuno dei suoi agghiaccianti racconti?[1] Chi o cosa è il “Wanderer” (il Viaggiatore), il cui nome viene sussurrato con terrore dagli abitanti di Kreuzwirz? Cosa rappresenta “il sorriso del colibrì”, il simbolo così definito da Erika che la giovane era solita riprodurre coi tarocchi? Perché questo simbolo era presente riprodotto a fianco del cadavere della ragazza nella foto recapitata a Sibylle, mentre qualche ora dopo, nella foto ove compariva anche Tony, era scomparso? Perché diversi parenti/amanti delle ragazze scomparse affermano convintamente di averle intraviste qualche tempo dopo la loro scomparsa? Quale oscuro segreto lega il vecchio Perkman e il suo amico e medico, dott. Horst, al prof. Darleth, insegnante svizzero di fisica e appassionato di libri rari? Ma soprattutto, chi è il misterioso serial killer autore della scomparsa di decine di ragazze? In un crescendo di tensione, Tony e Sibylle, resistendo alla tentazione di cedere alle antiche leggende altoatesine, troveranno le risposte alle loro domande, scoprendo una verità ben più tremenda dei dèmoni sussurrati da antichi grimori. Il serial killer, confesso, delle donne è Rudi Brugger, custode e tutto fare di Karim custode e tuttofare di villa Perkman al soldo di Karin.

Luca D’Andrea con il suo romanzo ” Il respiro de sangue”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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