di Agata Iacono

Sta suscitando indignazione l’iniziativa del Comune di Modena, (sindaco Gian Carlo Muzzarelli del Pd).

Un Babbo Natale su una sagoma di carro armato, con bandierine varie, cannone che spara doni e la scritta carro armato con la r tagliata: carro a(r)mato.

Sui social è diventato virale il video che riprende un cittadino con il figlioletto che chiede animatamente di rimuovere quel simbolo di morte e grida “chiamate il telegiornale”.

L’operatore che lo sta riprendendo, mentre qualcuno fuori campo sta chiamando le forze dell’ordine, afferma:”Siamo noi il TG”.

“Guardi che c’è suo figlio”, come se quel padre dovesse vergognarsi nel manifestare la sua rabbia e il suo sgomento davanti al bambino.

“È mio figlio, sì” -risponde diretto alla telecamera- “sono miei figli, settemila figli uccisi come lui”…

Quel carro carnevalesco ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, lo schiaffo che ha fatto svegliare cittadini frastornati tra bufale televisive sullo sterminio che sta compiendo Israele, alberi di Natale, regali da comprare, lucette colorate, tasse da pagare e inflazione alle stelle…

L’autore, l’artista incompreso, il genio creativo del carro a(r)mato di Modena, del “carro tanto aRmato, è Lorenzo Lunati, “stupito dalle critiche”.

Se l’arte è bellezza, messaggio, provocazione, emozione, sintesi, il signor Lunati ha fallito, evidentemente, la sua missione.

Farebbe meglio a chiedersi “dove ho sbagliato”, piuttosto che lamentarsi (con “tranquillità’) che il suo messaggio non sia stato capito….

Riporta il Resto del Carlino le sue dichiarazioni:
“Sono stupito da come spesso non si vada al di là di un’immagine. Mi dispiace per la strumentalizzazione politica in corso”.
“Accolgo le critiche che mi arrivano con assoluta tranquillità, sono tanti peraltro anche i riscontri positivi. Sono solo stupito dal fatto che non si vada oltre l’immagine: siamo di fronte alla rottura di una simbologia, la r barrata, il cuore che pulsa, le bandiere dei Paesi in guerra, i doni, il cannone che fa gli auguri. Il senso è rovesciare il significato e dimostrare come basti poco per passare dalla guerra alla pace. Il carro armato è uno strumento bellico, ma dobbiamo ricordare anche i carri americani della Liberazione dopo la Seconda guerra mondiale che portavano pane e cioccolata ai bambini, pensiamo al film di Benigni ’La vita è bella’”.

E peggiora, se fosse possibile, la situazione.

Quindi, l’ispirazione dell’artista incompreso si rifà ai carri armati dei “liberatori” statunitensi che buttavano tavolette di cioccolato ai colonizzati, (tra un marocchinaggio e l’altro), e persino al falso storico del carro armato statunitense che libera gli ebrei dal campo di concentramento di Benigni (che non avrebbe potuto ambire all’Oscar se avesse rispettato la documentazione storica, raffigurando militari sovietici..).

Ma, a quanto pare, questa infelice pagliacciata non è la prima in quel di Modena. Come ho premesso, il carro natalizio ha rappresentato l’ultima goccia.

L’osservatorio Repressione pubblica infatti un appello del Movimento Non Violento di Modena, dove si evidenzia la volontà di normalizzare la percezione della guerra nella vita quotidiana.

L’appello si conclude così:

“La pace nasce nelle nostri menti, se sono menti “disarmate” che rigettano scelte, simboli e strumenti di guerra e di morte. La “cultura della pace” dipende da noi; abbiamo la responsabilità di dare alle nuove generazioni esempio e insegnamento sulla strada da seguire. Una strada, a nostro modesto avviso, che anche la nostra città dovrebbe cominciare a percorrere interrogandosi sul senso di scelte (odierne e passate) che non ci sembrano simbolicamente ineccepibili:
– esporre al pubblico mezzi militari da combattimento come esempio eccellente di competenza nella motoristica (durante il Motor Valley Fest);
– porre davanti al Dipartimento di Ingegneria un F104 (a cui si devono stragi orrende, ricordiamo il Vietnam) quale simbolo di eccellenza ingegneristica e tecnologica;

– dedicare un monumento ai morti in combattimento sui carri armati (appunto!), peraltro proprio di fronte al Palamadiba, che omaggia un grandissimo operatore di pace come Nelson Mandela;
– conferire la cittadinanza onoraria di Modena all’Accademia Militare, scuola di alta formazione per gli ufficiali dell’esercito, che fanno tante buone cose, ma che alla fine si preparano a diventare professionisti della guerra;
Una cultura di pace si costruisce dal basso e nella nostra quotidianità. E’ fatta di gesti anche piccoli, ma che ci rappresentano insieme ai valori fondanti che vogliamo affidare alle future generazioni.

Ridateci per favore la slitta e le renne di Babbo Natale e togliete quell’orrendo simbolo di guerra dal cuore della nostra città!”

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosa_si_nasconde_dietro_la_pagliacciata_di_modena/39130_52070/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: