Alcune centinaia di studenti si sono riuniti ieri, a Roma, per un presidio al Pantheon contro il governo all’insegna dello slogan “dalle scuole occupate alle strade, non ci avete ascoltato, bruciamo tutto”, a margine di settimane di occupazioni nei licei della Capitale. I ragazzi hanno tentato di superare i cordoni della polizia schierata sul posto, con l’obiettivo di dirigersi verso Montecitorio e Palazzo Chigi. Nonostante gli agenti avessero chiuso le zone limitrofe al Pantheon, i manifestanti sono riusciti a superarli e a raggiungere via della Colonna Antonina, a ridosso della piazza. Lì sono scattati gli scontri: i poliziotti, in tenuta antisommossa, hanno caricato e ripetutamente manganellato gli studenti. Sono stati colpiti molti giovani, anche minorenni.
Fra i ragazzi a cui gli agenti hanno inferto colpi c’è un minorenne del liceo Mamiani, che ha riportato un graffio e un bozzo sotto un occhio. È stata raggiunta dalle manganellate anche una studentessa del liceo Virgilio, la quale ha raccontato di essere stata «colpita lateralmente» sebbene non fosse nelle prime file. Deve curare lividi in testa e su una mano. Anche lei è minorenne, così come una sua compagna che è caduta a terra nelle colluttazioni e un’altra che è stata strattonata. «Non eravamo offensive. Se la celere avesse un numero identificativo sul casco potrei riconoscere l’uomo che ha iniziato a picchiare la mia amica. Si è accanito su di noi, perché lavora tra le forze dell’ordine?», ha continuato la ragazza. Un’altra sua amica ha ricevuto manganellate in testa e ha dovuto ricorrere al ghiaccio. La Polizia non è comunque riuscita a fermare gli studenti e la manifestazione si è spostata di fronte alla Camera dei deputati. Mentre gli agenti chiudevano l’ingresso di piazza del Parlamento, gli studenti dei collettivi hanno acceso fumogeni e scandito cori.
Nelle scorse settimane, sono proseguite nella Capitale le mobilitazioni e le occupazioni all’interno degli istituti scolastici. In un primo momento le scuole coinvolte erano Tasso, Morgagni, Mamiani, Manara, Righi, Archimede, Aristofane, Colonna e Virgilio, cui si sono aggiunti nei giorni successivi il liceo Giulio Cesare e il liceo Socrate. Nel motivare le proteste, gli studenti avevano scritto in un comunicato che non si tratta di un attacco contro la scuola, ma di una “critica politica” contro “un sistema istituzionale e un governo che mette in ginocchio la classe popolare, si sporca le mani di sangue finanziando conflitti imperialisti che contano sempre più morti innocenti, e sottrae alla spesa pubblica sempre più risorse, favorendo la privatizzazione dei servizi pubblici come la sanità e l’istruzione”.
[di Stefano Baudino]