di Fabrizio Poggi
In Ucraina torna il gelo e resta la guerra. Ma in molti rientrano, titolava un paio di settimane fa il solito “quotidiano comunista”(?), lasciando all’immaginazione dei lettori indovinare chi siano quelli che rientrano e dando per sottinteso che vogliano farlo per andare senz’altro in guerra.
Come non finire nel mattatoio di Zelenskij, titola ora il portale Tipichnaja Odessa, ripreso da ColonelCassad e riproduce un’intera serie di schede grafiche coi relativi suggerimenti per sfuggire alla mobilitazione elettronica che la junta golpista di Kiev sta avviando, obbedendo al monito del Befehlshaber sulla mobilitazione di altri 500.000 ucraini nel 2024, indipendentemente dal grado di invalidità riconosciuto.
Senza le esagerazioni – “mancanza di un occhio; moncone dell’arto superiore, assenza di dita; moncone della coscia o della parte inferiore della gamba; mancanza di rene, polmone o vescica; uomini sotto i 130 cm e donne sotto i 120 cm; ecc. – che abbondano in questi giorni anche sui social, è certo che le progettate norme sulla mobilitazione in Ucraina consentiranno di arruolare, pur con rinvio, anche coloro che rientrano nel 3° gruppo di invalidità (rimarrebbero esclusi quelli del 1° e 2° gruppo), dato da difetti congeniti o lesioni, persone cioè in grado di condurre attività quotidiane solo con ausili, affette da difficoltà di movimento senza assistenza o mezzi artificiali, difficoltà lavorative al 25%, ridotte capacità negli scambi interpersonali.
In sostanza, il progetto di legge presentato in questi giorni alla Rada, prevede di procedere a una nuova registrazione di tutti gli ucraini in età di richiamo (25-60 anni; il limite minimo d’età scende ora da 27 a 25 anni), con il rilascio di nuovi documenti di servizio e nuova visita medica militare; questo perché, secondo Kiev, dai registri militari mancano i nomi di almeno 4,5-5 milioni di uomini in età di richiamo.
Persino i comandi si sono affrettati a prendere le distanze dalle “innovazioni. Il capo di Stato maggiore Valerij Zalužnyj si sbraccia a dichiarare di non aver nulla a che vedere col disegno di legge: seppure anche dei militari facessero parte del gruppo di lavoro sul progetto, ha detto, la maggior parte degli emendamenti scandalosi (sanzioni agli evasori, mobilitazione di disabili, convocazioni elettroniche, mobilitazione degli ucraini all’estero) non sono stati proposti da loro. Curioso che anche Vladimir Zelenskij abbia detto la stessa cosa: solo al contrario, addossando la responsabilità ai militari.
Ci hanno messi all’angolo come cani ha detto il deputato ucraino Evgenij Ševcenko; le nuove norme sulla mobilitazione sono illogiche e crudeli; «è una legge che serve a stringere all’angolo i nostri ragazzi e uomini, come dei cani; ma quegli stessi cani diventeranno lupi e allora potremmo subire l’effetto contrario» a quello voluto. Il disegno di legge (le nuove norme, se approvate, entreranno in vigore dopo il 14 febbraio) è fatto per vendicarsi di chi non vuole combattere, ha detto ancora Ševcenko.
Esso prevede l’abolizione del servizio militare, l’obbligo per i coscritti a registrarsi elettronicamente, sottoporsi alla visita medica e, alla chiamata, presentarsi all’ufficio di arruolamento. Si prevede inoltre l’obbligo per i coscritti, all’annuncio della mobilitazione, a presentarsi entro 60 giorni ai distretti, oppure entro 20 giorni dalla data del suo proseguimento, indipendentemente dal ricevimento della citazione che, come detto, diviene elettronica e, una volta inviata, verrà considerata giunta in ogni caso al destinatario.
Le pene per i trasgressori prevedono multe astronomiche, sequestro di conti correnti, fino alla galera da tre a cinque anni.
Da qui, i suggerimenti della summenzionata Tipichnaja Odessa, per disfarsi di ogni tipo di documento elettronico personale, a cominciare da app. “Dija”, posta elettronica, account bancario, tanto che sembra si stiano già registrando numerosissimi casi di chiusure di conti correnti intestati a uomini.
Al momento, in Ucraina è in vigore la legge marziale che, dimposta il 24 febbraio 2022, vieta di lasciare il paese a tutti gli uomini da 18 a 60 anni, anche se decine di migliaia di giovani ucraini hanno da tempo passato il confine, soprattutto verso paesi UE. The New York Times ha scritto che Kiev, a causa delle forti perdite, cerca di mobilitare quante più donne possibile, e che l’età media dei soldati al fronte è salita a 43 anni.
Forse non a caso, anche per rendere più cruda la guerra psicologica, oltre che quella materiale, negli ultimi tempi vari portali russi hanno accentuato la pubblicazione di immagini e video con l’eliminazione non solo di carri armati, blindati o postazioni ucraine, ma anche dei soldati di Kiev. Indicative in questo senso le immagini sull’uso dei droni contro le trincee nemiche, o i video sul lavoro “certosino” dei cecchini, armati anche con le nuove versioni di Kalašnikov SVC; ma anche l’aviazione non si limita a colpire i mezzi meccanici coi relativi equipaggi, ma attacca direttamente i concentramenti di truppe nemiche.
La russa Argumenty i Fakty scrive che la ragazza-cecchino ucraina Elena Belozerskaja (una delle più reclamizzate dalla junta, da anni inquadrata nel battaglione nazionalista Corpo volontario ucraino, emanazione di Pravyj sektor) avrebbe messo in rete una galleria di ritratti di sue commilitoni morte: pare se ne contino almeno 18, tra cui un’altra ragazza-cecchino, una servente di mitragliatrice, un’esploratrice, ecc.
Secondo la serba Politika, negli ultimi tempi molti mercenari o contrattisti da Canada, Australia, Francia, Olanda hanno lasciato l’Ucraina perché la junta non avrebbe più di che pagarli, date le minori entrate da USA e UE.
Da qui, la corsa alla nuova gigantesca mobilitazione, da cui però un po’ tutti dicono di voler prendere le distanze.
Ma non tutti. Come ha dichiarato il segretario del Comitato difesa della Rada Roman Kostenko, un tale numero è necessario per compensare le perdite, perché le aspettative di una rapida vittoria non si sono avverate, ci si deve preparare a una lunga guerra e abbiamo più problemi con gli arruolamenti che non con la carenza di munizionamento.
E il problema non si risolve solo accalappiando le persone in strada. Così, è da tempo cominciato il battage sul rientro forzato di coloro che avevano passato le frontiere e le rappresentanze diplomatiche ucraine si stanno dando un gran daffare per rendere il loro soggiorno il più “scomodo” possibile, minacciandoli del rifiuto di registrazione di passaporti e altri documenti.
Per quanto riguarda invece quelli rimasti in patria, la mancata presentazione alla chiamata comporterà (sempre che il disegno di legge vanga approvato nella variante proposta) il divieto di vendere beni mobili e immobili, guidare l’auto, disporre di conti correnti, ottenere crediti e godere di benefici statali: senza il nuovo documento militare non ci si potrà sposare, divorziare…
Per quanto riguarda il personale femminile, al momento le regole di mobilitazione non cambiano: solo medici e i farmacisti sono inserite nei registri militari; le altre, contando su oltre dieci anni di martellamento psicologico sui ragazzini sin dalle elementari, si arruolano su base volontaria.
Sembra proprio che Washington abbia suggerito alla junta di Kiev di far fronte alle (proclamate) minori forniture militari con la più economica carne ucraina.