L’ultima volta era successo dopo la dittatura di destra argentina, ma allora ad essere sostituiti in massa furono i vertici militari colpevoli di crimini sanguinari.
Adesso è avvenuto il contrario, a capo dell’Esercito è stato messo Alberto Presti, il cui padre, il colonnello Roque Presti, fu tra i responsabili “indifendibili” dei crimini commessi dalla dittatura, come ricorda l’articolo del Corriere della Sera (https://www.corriere.it/speciali/indifendibili/pop_videla.shtml) e sfuggito alle condanne insieme a molti altri militari per la legge della “dovuta obbedienza” ed altri benefici giudiziari.

Il cambio dei vertici militari (23 generali) deciso dal presidente Milei è in linea con una delle priorità del nuovo governo di ultradestra: l’allineamento (e la subordinazione totale) con gli Stati Uniti. I nuovi nominati alla guida delle tre forze militari mostrano tutti una storia di solidi rapporti con Washington oltre che essere tutti allineati con lo schieramento politico della destra che ha vinto le elezioni. Inoltre, gli osservatori delle Forze Armate sottolineano che le nuove nomine hanno privilegiato capi militari giovani, senza molto curriculum, più docili di fronte ad un eventuale terremoto come la chiusura del Congresso (Parlamento) o la vendita e la privatizzazione di numerose proprietà e beni delle Forze Armate (e quindi statali). Due esempi di cui si parla molto nell’ambiente imprenditoriale della destra sono la conversione della base navale di Mar del Plata in un porto orientato all’attività petrolifera da dare in gestione a multinazionali estere e i terreni del Reggimento Patricios a Palermo (il quartiere più esclusivo di Buenos Aires). Il timore è che l’area invece di essere trasformata in un parco pubblico o in un centro sportivo, diventi la base per favolosi progetti privati.

L’Aeronautica Militare ha già affermato che verranno acquistati gli aerei F 16 statunitensi e non i Thunder cinesi.
In generale, gli aviatori costituiscono la forza militare argentina più strettamente legata a Washington. Gli Hercules, gli elicotteri, il 90% del materiale dell’Aeronautica proviene dagli Stati Uniti e i capi viaggiano costantemente in quel paese.

Sia Isaac, il nuovo capo della Areonautica, che il nuovo capo della Marina, Carlos María Allievi, erano addetti militari a Washington.

I 23 generali rimossi non erano certo rivoluzionari o vicini all’estrema sinistra, ma il semplice fatto che avevano avuto un rapporto normale con il governo precedente li ha “bruciati”. Tutto indica che adesso si cercano capi più giovani e docili per alcune delle peggiori ipotesi:
il presidente Milei, con la DNU e la Legge Omnibus, ha lanciato un virtuale colpo di stato istituzionale.
La delega illegale dei poteri legislativi è troppo simile all’auto-colpo di stato di Alberto Fujimori e alla chiusura del Congresso. Resta da vedere se farà altri passi in quella direzione di fronte alle proteste popolari. I generali destituiti, sarebbero meno malleabili e meno disponibili di fronte ad una possibile mossa ancora più autoritaria decisa dal governo di ultradestra.

L’articolo completo nel link posto nei commenti al post.

https://www.pagina12.com.ar/700572-la-purga-libertaria-en-las-fuerzas-armadas?fbclid=IwAR3xluyOxy-i1HYKa1lYr7oHT_pjwrB0n_FDcfbHSIcO6qdFwXin_tU5l8s

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

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