Le elezioni presidenziali del 20-24 dicembre 2023 nella Repubblica Democratica del Congo hanno visto la rielezione di Félix Tshisekedi con oltre il 70% dei voti, ma sono state segnate da contestazioni e tensioni regionali.
Le elezioni generali nella Repubblica Democratica del Congo si sono tenute dal 20 al 24 dicembre 2023, segnando l’inizio del quarto ciclo elettorale sotto la costituzione del 2006. In questo contesto, il presidente in carica, Félix Tshisekedi, è stato dichiarato vincitore provvisorio il 31 dicembre con quasi il 73% dei voti. Le elezioni sono state caratterizzate da diverse controversie e critiche, con gli oppositori del governo in carica che le hanno definite una “farsa”.
Tshisekedi, sostenuto dall’Union pour la Démocratie et le Progrès Social (UDPS) e dagli altri partiti della coalizione di governo, ha ottenuto una vittoria schiacciante con oltre il 70% dei voti, secondo i risultati preliminari annunciati a Kinshasa il 31 dicembre. Il suo principale rivale, l’uomo d’affari Moïse Katumbi, leader del partito Ensemble pour la République (EPR), ha ottenuto l’18%, mentre l’ex dirigente di una compagnia petrolifera, Martin Fayulu, ha chiuso al terzo posto con il 5% dei consensi. Invece, il premio Nobel per la pace Denis Mukwege, noto per il suo impegno nel trattamento delle donne vittime di violenza sessuale nell’est del Congo, ha ottenuto meno dell’1%, chiudendo addirittura sesto.
Tuttavia, l’intero processo elettorale è stato segnato da gravi problemi logistici, con molte stazioni di voto che hanno aperto in ritardo o addirittura che non hanno aperto affatto. Materiali elettorali insufficienti e schede elettorali illeggibili a causa dell’inchiostro sbavato hanno sollevato dubbi sulla validità del risultato. Il voto è stato esteso al 21 dicembre per le stazioni di voto che non avevano aperto il 20 dicembre, e alcune stazioni hanno continuato a operare fino al 24 dicembre. A causa dei conflitti armati in corso in alcune regioni, le elezioni non hanno potuto avere luogo nelle aree di Kwamouth, Masisi e Rutshuru.
Ancor prima dell’annuncio dei risultati, i candidati dell’opposizione, in particolare Katumbi e Fayulu, hanno respinto i risultati e chiesto alla popolazione di mobilitarsi. Le tensioni sono sfociate in scontri tra i sostenitori di Fayulu e la polizia, con l’uso di gas lacrimogeni e proteste che hanno portato a barricare l’edificio dell’opposizione.
L’esito delle elezioni congolesi non solo rischia di portare a forti tensioni interne, ma potrebbe avere conseguenze anche sulla situazione regionale, visto che Tshisekedi, durante la campagna elettorale, ha minacciato di dichiarare guerra al Ruanda in caso di rielezione, accusando il Paese vicino di sostenere il gruppo ribelle dell’M23. Queste tensioni riflettono il persistente conflitto nella regione orientale della RDC, con la presenza di numerosi gruppi armati, tra cui l’M23 e le Forze Democratiche Alleate (FDA), un gruppo islamista con sede in Uganda.
Parlando della situazione di tensione sul confine orientale, il presidente Tshisekedi ha ripetutamente attaccato il presidente ruandese Paul Kagame, accusandolo di avere “aspirazioni espansionistiche” e paragonandolo ad Hitler. Questa retorica aggressiva ha suscitato preoccupazioni sulla possibilità di un conflitto aperto tra i due Paesi, il che avrebbe gravi ripercussioni sulla stabilità dell’Africa orientale, dove come detto non mancano i conflitti in corso.
Il deterioramento delle relazioni tra la RDC e il Ruanda è legato a conflitti passati, in particolare alla seconda guerra del Congo negli anni ’90, in cui Ruanda e Uganda hanno sostenuto gruppi armati nell’est della RDC per influenzare la regione ricca di risorse naturali, il vero oggetto del contendere sin dall’indipendenza congolese del 1960.
Il presidente Tshisekedi sembra contare sulla retorica anti-Ruanda per consolidare il sostegno nazionalista e guadagnare voti, ma gli esperti avvertono che ciò potrebbe complicare le relazioni diplomatiche regionali dopo le elezioni. L’incertezza persiste sulla capacità di Tshisekedi di gestire la crescente opposizione interna e affrontare le sfide della sicurezza nella regione orientale.
Il futuro della RDC rimane incerto, con le sfide interne ed esterne che continuano a minacciare la stabilità del Paese. L’esito delle elezioni, l’annuncio dei risultati finali e il successivo giuramento del presidente potrebbero gettare luce sul corso futuro degli eventi, ma le tensioni regionali e le questioni interne continueranno a plasmare il destino della Repubblica Democratica del Congo.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog