Cori, fumogeni e petardi da una parte, idranti, lacrimogeni, cariche e manganellate della polizia dall’altra. È questa l’immagine degli scontri che si sono registrati questa mattina a Vicenza nel corso di un corteo organizzato dai centri sociali per protestare contro la presenza degli operatori di Israele alla Fiera Vicenzaoro. La manifestazione – partita poco prima delle 11:20 con centinaia di persone che hanno esposto striscioni con slogan come «Blocchiamo Israele», «Stop Bombing Gaza» e «Free Palestine» – ha deviato percorso cercando di raggiungere il quartiere fieristico e di fare irruzione nel padiglione israeliano per «contestare il commercio fatto col sangue del popolo palestinese». Una mossa che ha provocato la reazione della polizia, decisa a impedire che la solidarietà verso il popolo palestinese potesse turbare gli affari fieristici. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno respinto il corteo con manganellate e idranti mentre i manifestanti hanno risposto con fumogeni, petardi e aste delle bandiere. Sei agenti si sono fatti medicare per lievi ferite, mentre cinque manifestanti sono stati fermati. Mentre il sindaco di Vicenza e vari esponenti politici della maggioranza di governo hanno, come previsto, preso le parti della polizia.
I manifestanti, partiti dal parcheggio in via Rossi, hanno così deviato il percorso cercando di attraversare il blocco della polizia. «Vi chiediamo di spostarvi e di farci arrivare alla fiera perché vogliamo contestare il commercio dell’oro e dei diamanti fatto col sangue del popolo palestinese»: questa la richiesta di un manifestante a capo del corteo che avanzava in via Arsenale. La risposta della polizia è arrivata con le cariche: spinte e manganellate della polizia a cui hanno fatto seguito lanci di fumogeni e petardi da parte dei manifestanti, alle quali hanno risposto nuovamente le forze dell’ordine con getti d’idrante. Infine, il corteo è stato fatto indietreggiare ed è stato spinto completamente fuori da via Arsenale, che è stata poi chiusa dai cancelli. I manifestanti sono rientrati verso il centro sociale del Bocciodromo e si sono uniti a quelli della seconda manifestazione in programma nel pomeriggio, organizzata dalla comunità palestinese e da Rifondazione Comunista.
Il sindacato Fsp Polizia di Stato ha prontamente parlato di «una manifestazione di assoluta violenza, con tanto di artifizi modificati e contenenti schegge metalliche, che dimostrano una chiara volontà di fare più male possibile e come in questo come in tanti altri casi ci si trovi di fronte a veri criminali organizzati». Ricostruzione che per la verità non trova alcun riscontro nelle immagini degli scontri. Un comunicato rilasciato sul portale di movimento Global Project rivendica invece le ragioni della protesta: «Nel padiglione israeliano si scambieranno diamanti, settore in cui Israele è tra i leader mondiali e che è tra i maggiori asset che compongono l’economia di guerra israeliana: gli introiti di questo commercio finanziano direttamente il genocidio in atto a Gaza e la brutale violenza che la popolazione palestinese subisce in Cisgiordania. […] Anche nei nostri territori siamo all’interno dei meccanismi bellici, dobbiamo capire come metterci di traverso a tali meccanismi, in ogni luogo possibile. Dobbiamo discutere, organizzarci, andare contro i luoghi della produzione bellica, di chi la sostiene economicamente, di chi è complice della guerra».