In Europa non c’è soltanto la rivolta dei trattori che pure, al di là dell’impronta corporativa, presenta anche spunti di ragione da non sottovalutare, in ispecie rispetto al rapporto con le multinazionali dell’alimentazione e della grande distribuzione.
Assistiamo in Germania a grandi manifestazioni antifasciste capaci di segnalare con forza il pericolo insito nell’ascesa dell’AfD .
Nelle grandi capitali si sono svolte imponenti iniziative a favore della causa del popolo palestinese e di denuncia dello sterminio di massa perpetrato da Israele in risposta all’assalto di Hamas del 7 dicembre.
Purtroppo l’Italia appare in ritardo: ci si trova in difficoltà a fornire continuità e struttura al movimento per la pace e appare al di sotto del dovuto sia la riflessione sia l’iniziativa sul tema dell’integrità democratico – costituzionale (premierato, autonomia differenziata, legge elettorale) e l’evidente crescita del richiamo a simboli e pratiche di marca fascista. Senza contare come l’occupazione del potere da parte di Fratelli d’Italia (che risulta molto attrattiva) sia fatto ben diverso – ad esempio – di quella che fu l’occupazione del potere di marca democristiana.
Intanto a sinistra anche sul piano elettorale si preparano divisioni non opportunamente valutate e affrontate in vista della quanto mai dirimente scadenza europea.
Un quadro che richiederebbe attenzione ben maggiore dalle forze politiche e dai mezzi di comunicazione di massa che conservano una ispirazione almeno democratico – costituzionale.