Sabato 10 febbraio, a Trento, si è tenuto un corteo organizzato da StopCasteller a cui hanno partecipato un migliaio di persone per manifestare contro la politica “ursicida” della giunta Fugatti. A partecipare alla protesta sono state 8 diverse firme animaliste, appoggiate da volti di media, cinema, e televisione, che hanno esteso la protesta contro l’amministrazione locale anche alla gestione nazionale. La decisione di organizzare una manifestazione contro la legge che regola la gestione dei grandi carnivori proposta dalla Provincia autonoma arriva dopo l’uccisione del plantigrado M90, contro la quale gli attivisti si sono scagliati denunciando la “vigliaccheria” con cui è stato ordinato l’abbattimento dell’orso “prima che le associazioni potessero fare ricorso”. Oltre a criticare la legge “ammazza-orsi” e il modus operandi nella gestione di M90, StopCasteller ha avanzato la propria preoccupazione nei confronti delle decisioni della Provincia, che pare abbia già “nel mirino” altri due esemplari.
Il comunicato stampa della campagna StopCasteller informa che alla manifestazione hanno aderito le “principali associazioni” animaliste di LAV, LAC, LNDC Animal Protection, LEAL, ENPA, AnimaLiberAction, Ribellione Animale e Bearsandothers, supportate da personalità del mondo dell’informazione e dello spettacolo come il giornalista Andrea Scanzi e le attrici Caterina Murino ed Elisa d’Eusanio. La manifestazione, secondo programma, sarebbe dovuta partire alle 14.00 dalla centrale Piazza Dante per poi sfilare lungo le vie del centro, che sono state sorvegliate dalle forze dell’ordine. Al centro delle proteste è stata la legge “ammazza-orsi”, che è stata approvata dalla giunta venerdì 19 gennaio e che dovrebbe passare sotto la lente del Consiglio Provinciale questo marzo. Essa, comunica StopCasteller, porta avanti il “progetto di uccidere 4 cuccioli e 4 orsi adulti l’anno” e rischia di avvicinare gli orsi trentini pericolosamente verso l’estinzione, che avverrebbe anche “a causa dell’isolamento genetico e del bracconaggio in crescita vertiginosa”. L’appello di StopCasteller, tuttavia, non si è limitato alla gestione amministrativa, ma ha toccato anche il lato della comunicazione, rivolgendosi principalmente a gruppi Facebook in cui vengono condivise segnalazioni di grandi carnivori. Infine StopCasteller ha voluto ricordare “che la responsabilità sta anche nelle istituzioni nazionali: in particolare a essere sporche di sangue sono le mani di Piero Papik Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di Ispra”, che ha dato il proprio benestare per l’uccisione del plantigrado M90, motivo per cui, secondo StopCasteller, dovrebbe rassegnare le dimissioni.
Le nuove norme proposte dalla giunta Fugatti prevedono la possibilità di abbattere fino a 24 orsi entro il 2027 per ridurre la popolazione di plantigradi, nonostante la loro effettiva pericolosità sia spesso stata messa in discussione. L’ultimo animale di cui è stato deciso l’abbattimento è stato il plantigrado Sonny-M90, che qualche settimana fa avrebbe seguito una coppia di escursionisti lungo la strada che porta verso malga Farini, in Val di Sole, per circa 800 metri. Precedentemente, in autunno, sono stati abbattuti anche l’orsa Fiona-F36 e l’orso Johnny-MJ5, rispettivamente fucilata e avvelenato, mentre in generale “secondo fonti vicine al parco Adamello Brenta” pare che “gli orsi uccisi nell’ultimo anno sarebbero nell’ordine di almeno 20 o 30 individui”.
[di Dario Lucisano]