Oh, una “seria minaccia alla sicurezza nazionale” degli USA che probabilmente ha a che fare col fatto che la Russia ha intenzione di utilizzare armi nucleari nello spazio per tirare giù i satelliti grazie ai quali la NATO le fa affondare le navi dall’Ucraina. Ma chi l’avrebbe mai detto. Ogni limite ha una pazienza, o qualcosa del genere.
Sleep now in the fire.
(Oh, naturalmente può anche essere un po’ di panico seminato ad arte per farsi approvare il finanziamento. Però voglio vedere come se ne escono adesso).
Ammettendo che la cosa sia vera e non sia l’ultimo tentativo disperato di spillare i soldi al Congresso USA spaventando l’opinione pubblica, cerchiamo di fare il punto su quale sarebbe questa minaccia russa delle “atomiche nello spazio”.
L’ipotesi più accreditata (sempre ammettendo che la storia sia vera eccetera) è l’utilizzo di armi atomiche in funzione anti-satellite (abbiamo già detto che l’assistenza principale che gli USA/NATO stanno dando all’Ucraina consiste nell’intelligence, di cui i satelliti sono il pilastro): non perché per distruggere un satellite ci sia bisogno dell’atomica ma per generare un impulso elettromagnetico (EMP) che ne metterebbe fuori uso le apparecchiature elettroniche rendendolo inservibile (e potrebbe, indirettamente, provocarne l’uscita dall’orbita ma questo è irrilevante). Ragionando in termini di escalation controllata credo che il primo bersaglio sarebbero i satelliti commerciali (Maxar e simili) “affittati” a scopi militari, i satelliti per le comunicazioni (Starlink incluso) e quelli della rete GPS, riducendo l’efficacia dei missili cruise e balistici. Poi si passerebbe a quelli governativi.
Mettere in orbita armi simili, indipendentemente dal loro uso, vorrebbe dire uscire dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 (che trovate qui: https://www.unoosa.org/oosa/en/ourwork/spacelaw/treaties/introouterspacetreaty.html), che bandisce tutte le armi nucleari in orbita. Gli USA giustamente sono “preoccupati” (https://www.nytimes.com/2024/02/14/us/politics/intelligence-russia-nuclear.html) ma lo erano meno quando a uscire dai tratti sono stati loro (ABM nel 2001, INF nel 2019).
Intanto, qualcosa sta succedendo davvero nei dintorni del satellite spia USA 245_39232 (meglio noto come KH-11), parte del network di osservazione Keyhole/CRYSTAL le cui capacità sono considerate estremamente avanzate, ed è la cosa che si vede nell’apparentemente enigmatica foto che allego. Il 26 novembre 2023 è stato messo in orbita “nell’interesse del Ministero della Difesa della Federazione Russa” un satellite che il 5 dicembre, come confermato dalla TASS, si è diviso in due. Da metà gennaio entrambi i satelliti russi, identificati come Kosmos 2542 e Kosmos 2543, stanno seguendo da vicino USA 245. Secondo Brian Weeden, un esperto (vero) del settore, 2542 e 2543 sono in grado di capire dove puntano i sistemi di rilevamento di USA 245, quindi cosa sta spiando, e potrebbero ipoteticamente anche intercettare le sue comunicazioni. John “Jay” Raymond, il comandante della US Space Force, si dice molto preoccupato (già nel 2017 i russi hanno messo in orbita un satellite che ne ha messo in orbita un altro, e secondo gli USA il secondo ha lanciato nello spazio esterno un proiettile ad alta velocità) e, tanto per andare sul sicuro, chiede un finanziamento di 15 miliardi perché, dice, “è chiaro che la Russia sta sviluppando capacità orbitali che provano a sfruttare la nostra dipendenza dai sistemi basati nello spazio che sostengono il nostro stile di vita americano”. Qui (https://time.com/5779315/russian-spacecraft-spy-satellite-space-force/) molti più dettagli e link.
PS – oggi Peskov (che, ricordo, è il portavoce del Cremlino e non un fesso qualunque) ha detto che la guerra è cominciata come guerra in Ucraina ma si è evoluta in guerra contro “l’Occidente collettivo” visto che lo stesso, guidato dagli USA, è direttamente implicato nel conflitto (io credo che chiunque abbia lasciato il Global Hawk in volo mentre i droni ucraini affondavano il Kunikov abbia un po’ sottovalutato la cosa. O forse lo scopo era proprio questo).
Francesco Dall’Aglio