Negozi chiusi a Venezia (Foto di Confcommercio)

 – Giovanni Caprio

C’era una volta il commercio nelle nostre città. Non è l’inizio di una favola, ma la sintesi di un fenomeno che di anno in anno assume contorni sempre più rilevanti: https://www.pressenza.com/it/2023/03/cera-unavolta-il-negozio-sotto-casa/. Una desertificazione commerciale, soprattutto dei centri storici dove la riduzione dei livelli di servizio è acuita anche dalla perdita di commercio ambulante, che compromette servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. Una desertificazione confermata dall’Ufficio Studi di Confcommercio che ha presentato nei giorni scorsi la nona edizione dell’indagine “Città e demografia d’impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni” (qui il link alle slide in pdf), effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

Così, se l’anno scorso quasi 100.000 attività di commercio al dettaglio e oltre 15.000 imprese di commercio ambulante erano “sparite” nei dieci anni precedenti, stavolta – nel conteggio 2024 – il totale sale rispettivamente a più di 110mila e a oltre 24mila. Crescono invece in maniera esponenziale i bed and breakfast: +168% nei centri storici del Sud e +87% in quelli del Centro-Nord.  E crescono anche le vendite online,  passate da 17,9 miliardi di € nel 2019 a 35 miliardi di € nel 2023 (+95,5% i beni e +42,2% i servizi), con l’online che nel 2023 vale ormai il 17% degli acquisti di abbigliamento e il 12% del beauty. La crescita dell’e-commerce è la maggiore responsabile della riduzione del numero di negozi, anche se resta comunque un’opportunità per il commercio “fisico” tradizionale.

Concentrando l’analisi sulle 120 città medio-grandi, la riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici rispetto alle periferie, un fenomeno che interessa tanto il Centro-Nord che il Mezzogiorno, fino allo scorso anno caratterizzato – quest’ultimo – da una maggiore vivacità commerciale. Nei centri storici sono sempre meno le attività tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più quelle che offrono servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), oltre alle attività di alloggio (+42%) e ristorazione (+2,3%). Appare evidente quindi come nelle nostre città sia diventato sempre più accentuato il fenomeno della desertificazione commerciale: negli ultimi dieci anni sono scomparse dai 120 Comuni oggetto di analisi oltre 30.000 unità locali di commercio al dettaglio e ambulanti (-17%), tanto che la densità commerciale è passata da 12,9 a 10,9 negozi per mille abitanti, pari a un calo del 15,3%. Un fenomeno che non dipende se non in minima parte dal calo della popolazione, scesa solo del 2%.

Che fare per cercare di fermare questa “desertificazione”? Occorre che il commercio di prossimità – come sottolineato da Confcommercio –  continui a perseguire sempre più la strada dell’efficienza e della produttività, anche attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell’offerta. E resta la necessità di puntare su progetti di riqualificazione urbana, come – per esempio – il progetto Cities di ConfcommercioUn progetto che si prefigge l’obiettivo di fornire alcuni strumenti strategici per contrastare la desertificazione commerciale, mettendo a disposizione una piattaforma, con accesso riservato al Sistema Confcommercio, per favorire lo scambio e l’apprendimento collettivo sui temi delle città e delle economie urbane. Uno strumento interattivo e in continua espansione attraverso cui è possibile conoscere i risultati delle sperimentazioni Cities, consultare i progetti promossi dalle Associazioni, discutere nei forum tematici, rafforzare le competenze attraverso corsi di formazione multidisciplinari.

L’indagine di Confcommercio presenta anche un’analisi, regione per regione, con i dati dei 120 Comuni medio-grandi italiani, di cui 110 capoluoghi di provincia 10 Comuni non capoluoghi di media dimensione (escluse le città di Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, dove non è possibile, cioè, la distinzione tra centro storico e non centro storico). I file excel delle Regioni contengono singoli fogli con i dati relativi a ogni città osservata.

Qui per scaricare tutti i dati: https://www.confcommercio.it/-/demografia-impresa-citta-italiane.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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