di Baran Qamişlo

È stato lanciato un appello a partecipare in tutto il mondo alle manifestazioni organizzate in occasione del venticinquesimo anniversario della cattura di Abdullah Öcalan. In Italia le manifestazioni saranno due a Roma e Milano

«La prima persona che ho incontrato dopo essere stato rinchiuso nel carcere di İmralı è stata l’allora presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT ), Silvia Casale, che mi disse: ”Resterà in questa prigione mentre noi ci occuperemo di garantire le visite periodiche in nome del Consiglio d’Europa e di trovare una soluzione”. Lo stato nazione greco che, facendo solo i suoi interessi, con un’ipocrisia senza eguali nella storia, mi aveva consegnato agli Stati Uniti (o meglio alla CIA), aveva compiuto il suo tradimento privilegiando perfino i suoi rapporti con la Repubblica di Turchia. Così mi sono ritrovato, nell’epoca dei re nudi e degli dei mascherati, incatenato alle rocce di İmralı, condannato a un destino che nulla aveva da invidiare a quello del mitologico Prometeo».

Abdullah Öcalan raccontava così, nell’introduzione del volume Civiltà e Verità: L’era degli dei mascherati e dei Re travestiti, i suoi primi momenti nella prigione di İmralı a seguito della sua cattura avvenuta il 15 Febbraio del 1999. La data dell’arresto di Öcalan è considerata dal popolo curdo come il compimento di un complotto internazionale, non a caso in queste poche righe Öcalan nomina gli Stati Uniti prima ancora della Turchia.

25 anni dopo, le parole dell’allora presidente del CPT suonano ironiche e macabre allo stesso tempo. Abdullah Öcalan è tutt’ora detenuto in una cella di isolamento nell’isola-prigione di İmralı.

Per i primi dieci anni è stato l’unico detenuto su un’isola-prigione al centro del tempestoso Mar di Marmara circondato da migliaia di soldati, una condizione che dovrebbe appartenere al dominio della letteratura piuttosto che al diritto penale. Nonostante l’arrivo di sei detenuti il 17 novembre 2009, ha continuato a essere tenuto in isolamento per 23 ore al giorno durante la settimana e 24 ore nei fine settimana. Nel corso dei primi primi dodici anni di reclusione, ufficialmente il suo diritto ad incontrare i propri avvocati era stato deliberatamente ridotto ad un’ora a settimana, quando non veniva negato con pretesti quali “condizioni meteorologiche avverse” o “guasti tecnici alla nave costiera”.

Dal 27 luglio 2011 a oggi, Öcalan ha potuto incontrare i suoi avvocati solo in cinque occasioni tra maggio e agosto 2019, grazie alla pressione esercitata sul governo turco da uno sciopero della fame di massa di migliaia di curdi in tutto il mondo, inclusi moltissimi detenuti politici. L’ultimo incontro faccia a faccia è stato con il fratello il 3 marzo 2020. Dal primo giorno ad İmralı, gli è stato permesso di comunicare con i suoi parenti per telefono solo due volte. La seconda telefonata in 25 anni, avvenuta il 25 marzo 2021 è stata interrotta dopo appena due minuti. Da quel giorno non si hanno più notizie di Öcalan e degli altri tre prigionieri in isolamento sull’isola dal 16-17 marzo 2015: Hamili Yıldırım, Ömer Hayri Konar e Veysi Aktaş.

Proprio a seguito di una sentenza definitiva della CEDU del 18 Marzo 2014, che ha stabilito che la detenzione in regime di isolamento aggravato a cui Öcalan è sottoposto rappresenta una chiara violazione del divieto di tortura dal momento stesso in cui questa ha avuto inizio, le condizioni di isolamento sono peggiorate fino a raggiungere uno stato di isolamento Assoluto. A nulla sono servite le successive sentenze della CEDU e le raccomandazioni del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Lo stesso CPT ha visitato il carcere dell’isola di İmralı il 22 settembre 2022. Fatta eccezione per il governo turco, al momento solo il CPT conosce le condizioni di Öcalan, in altre parole, solo il CPT e lo stato turco ad oggi sanno se Öcalan è ancora vivo. Forse proprio per questo, il report della visita ad İmralı non è mai stato pubblicato.

Questa situazione ai confini della realtà sarebbe sufficiente a richiedere la liberazione di Abdullah Öcalan, tuttavia non è l’unica ragione e forse non la più importante.

Il leader e fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan è riconosciuto non solo dal Movimento di liberazione del Kurdistan, ma anche da una larga porzione della popolazione curda come un rappresentante politico. A partire dalla metà degli anni ‘90 Öcalan ha più volte cercato una soluzione politica alla questione curda e di conseguenza al conflitto con la Repubblica di Turchia.

Tra il 2009 e il 2011 una delegazione nominata dal governo turco si è recata più volte ad  İmralı avviando in segreto dei negoziati che portarono alla stesura di un piano graduale di cessazione del conflitto armato, interrotto dal governo turco con il lancio di una vasta operazione militare nel Giugno 2011.

Nonostante questo fallimento, la resistenza della guerriglia del PKK convinse il governo turco a tornare al tavolo dei negoziati, portando Abdullah Öcalan alla decisione di ritirare le forze di guerriglia fuori dai confini turchi e dando vita ad una tregua e ad un processo di pace durato fino al 2015.

È quindi evidente che Abdullah Öcalan è un attore fondamentale per la ricerca di una soluzione politica al conflitto in corso ormai da più di 40 anni, il movimento curdo ha più volte definito la liberazione di Öcalan come conditio sine qua non per l’inizio di un nuovo processo di pace. Mentre la liberazione di Öcalan dopo 25 anni di prigionia potrebbe portare alla fine di una guerra tra le più violente e durature dell’era moderna, il perdurare dello stato di isolamento e tortura a cui Öcalan è sottoposto rappresenta una strada senza uscita verso l’escalation.

Per queste ragioni, associazioni, partiti e movimenti curdi quest’anno hanno deciso di lanciare una nuova campagna per la liberazione del leader curdo, intitolata “Libertà per Abdullah Öcalan, soluzione politica per la questione curda”. Come passo fondamentale di questa campagna, è stato lanciato un appello a partecipare in tutto il mondo alle manifestazioni organizzate in occasione del venticinquesimo anniversario della cattura di Abdullah Öcalan. In Italia le manifestazioni saranno due: A Roma in Largo Corrado Ricci alle 14:30 e a Milano, in Piazza Cairoli alle 15:00.

Libertà per Abdullah Öcalan, soluzione politica per la questione curda.

Immagine di copertina da WikimediaCommons di Levi Clancy

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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