A due anni esatti dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, gli italiani convinti che i Paesi europei debbano smettere di inviare armi nel teatro di guerra, impegnandosi invece in prima linea per sostenere una trattativa di pace, continuano ad essere ampia maggioranza. Lo testimoniano i risultati dell’ultimo sondaggio di Demopolis, da cui emerge che il 65% dei cittadini del nostro Paese, dopo 24 mesi di guerra tra Mosca e Kiev, auspica che l’Europa metta mano a una strategia diplomatica per arrivare a una tregua e per provare a favorire un negoziato tra le parti in causa. A fronte di un 7% di opinione pubblica che non si esprime sul tema, soltanto il suo 28% (poco più di un quarto) ritiene invece che essa debba perseverare nella propria posizione di incondizionato supporto a Kiev. Gli italiani si dicono poi favorevoli all’inasprimento delle sanzioni contro la Russia, ma contrari a un intervento diretto dei Paesi della Nato nel conflitto.

I cittadini che ritengono che l’Europa debba favorire un negoziato tra Russia e Ucraina rappresentano la maggioranza degli elettori di tutti i grandi partiti italiani. I picchi si individuano nel perimetro dell’elettorato del M5S e della Lega, dove l’opinione maggioritaria è condivisa da oltre l’80% dei votanti. Percentuali inferiori, ma sempre alte, si trovano invece tra gli elettori del PD (62%) e di FDI (61%), mentre in Forza Italia tale idea è condivisa dal 56% dell’elettorato. Per quanto riguarda le strategie militari, il 53% degli italiani ritiene che, nel corso di quest’anno, l’Italia dovrebbe interrompere l’invio di armi all’Ucraina, mentre i favorevoli alla continuazione delle forniture militari sono 4 cittadini su 10. A esprimere maggiore contrarietà rispetto all’invio delle armi sono, di nuovo, gli elettori di M5S e Lega, mentre quelli di FDI sono in sostanziale equilibrio. I più propensi sono invece gli elettori di Forza Italia e, in misura minore, quelli del PD. Se le sanzioni alla Russia sono ritenute giuste dal 75% degli italiani (mentre il 16% le reputa sbagliate), non vi è alcun dubbio su cosa pensa l’opinione pubblica in merito alla prospettiva di un’entrata diretta dei Paesi Nato nella guerra: la condivide meno di una persona su dieci. L’82% dei cittadini pensa che l’intervento dell’Alleanza Atlantica provocherebbe il pieno coinvolgimento dell’Europa nel conflitto, aprendo la strada a una pericolosa escalation nucleare.

Nonostante le campagne mediatiche della stampa mainstream e l’allineamento favorevole della quasi totalità delle forze politiche, già nel gennaio del 2023 un importante sondaggio condotto da Euromedia Research aveva registrato un picco di contrarietà all’invio delle armi a Kiev, attestando il no del 52% degli intervistati a fronte di un 39,9% di favorevoli (mentre l’8,1% non si era schierato). Nell’estate dello stesso anno, un sondaggio effettuato dalla CNN aveva fatto emergere come anche la popolazione statunitense non fosse sul punto in linea con i suoi rappresentanti. Il 55% dei rispondenti aveva infatti ritenuto che il Congresso non dovesse autorizzare ulteriori finanziamenti. Il 51% degli intervistati era poi convinto che gli Stati Uniti avessero già fatto abbastanza per sostenere l’Ucraina nel conflitto (un dato che, nel 2022, si fermava soltanto al 38%).

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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