Dopo il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha asserito in una nota che “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli”, a esprimersi sugli scontri di venerdì scorso tra polizia e studenti nella città di Pisa è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il quale ha scaricato le responsabilità degli scontri sui ragazzi che hanno rimpinguato il corteo. Questi ultimi, secondo l’informativa del titolare del Viminale discussa ieri in Consiglio dei Ministri, sarebbero infatti venuti “volutamente a contatto con i reparti mobili”, avendo “provato, nonostante gli ammonimenti” a “forzare il blocco” della Polizia. Gli stessi manifestanti, ha aggiunto il ministro, “non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos”. E se i 18 ragazzi feriti vengono liquidati come “casi isolati in corso di valutazione”, secondo il ministro, nel nostro Paese, non esiste alcuna “presunta contrazione della libertà di manifestazione” né “è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”. La linea di Piantedosi è condivisa appieno da Giorgia Meloni: “Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno”, ha chiosato la premier durante il Consiglio dei Ministri, affermando che “questo clima è creato ad arte dalla sinistra”. Nel frattempo, la Procura di Pisa, con l’ausilio dei Carabinieri, indaga sull’accaduto: sotto la sua lente di ingrandimento ci sarebbero, al momento, una quindicina di poliziotti.

Mentre si moltiplicano le testimonianze da parte dei genitori dei tanti studenti minorenni colpiti dai manganelli della Polizia in una strada senza “vie di fuga”, che ora si starebbero preparando a intraprendere un’azione legale comune e collettiva per ottenere giustizia, il governo si chiude a riccio, redigendo nel mattinale di ieri di Palazzo Chigi che “le forze di Polizia sono sottoposte in queste ore a un ingiusto tiro al bersaglio”, di cui sarebbe responsabile chi ignora “che è loro dovere e necessità di intervenire per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini e delle strutture pubbliche”. Secondo l’esecutivo, infatti, “è così che si tiene in piedi lo Stato di diritto, altrimenti si scade nell’anarchia”. Ospite alla trasmissione Cinque Minuti di Bruno Vespa su Rai 1, il ministro Piantedosi ha aggiunto che le polemiche che in questi giorni sono state indirizzate contro la compagine di governo sulla gestione dell’ordine pubblico «sono del tutto inaccettabili perché strumentali», così come sarebbe «ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia». In realtà, a fare calcoli elettorali sembrano essere proprio i due principali azionisti di maggioranza, FDI e Lega, che – in particolare dopo aver subìto lo smacco della sconfitta alle elezioni regionali in Sardegna, che ha fatto volare gli stracci nel centrodestra – in vista delle Europee si contenderanno fino all’ultimo minuto il voto dello “zoccolo duro” delle Forze dell’Ordine.

Ad ogni modo, i magistrati di Pisa hanno aperto un’inchiesta sugli scontri, per il momento senza indagati né ipotesi di reato, così come è avvenuto a Firenze, dove i pm indagano sulle proteste andate in scena nel capoluogo toscano, anch’esse sfociate in botte e manganellate. A indagare sono i Carabinieri – i quali hanno già consegnato una prima informativa –, che dovranno ricostruire ciò che è avvenuto e appurare le eventuali responsabilità. La Questura ha trasmesso i nomi degli agenti presenti in piazza e i filmati della protesta, sia quelli pubblicati online che quelli realizzati dalla polizia scientifica. Nel frattempo, il gruppo del Partito Democratico al Senato ha presentato una interrogazione urgente al ministro Piantedosi su quanto avvenuto venerdì scorso a Pisa e a Firenze. “Dopo la ricostruzione dei fatti – ha dichiarato la prima firmataria, la senatrice Pd Ylenia Zambito – alla luce anche delle note diffuse dal Quirinale e del dibattito che poi si è sviluppato, dal ministro vogliamo sapere se e quali direttive siano state impartite dal Ministero nella gestione dell’ordine pubblico e se, come ha affermato più volte in questi giorni, possa confermare che non sono cambiate le regole di questa gestione”.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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