ALLUVIONE NELLE MARCHE, CLIMA, CRISI CLIMATICA, NUBIFRAGIO (Foto di Forum Salviamo il Paesaggio)

 Giovanni Caprio

Nel nostro Paese il consumo del suolo dal 2006 al 2022 è aumentato di oltre 120.000 ettari, mentre nell’ultimo anno il consumo di suolo netto registrato in Italia è stato, in media, di oltre 21 ettari al giorno, pari a 2,4 m2 al secondo. Un incremento di consumo di suolo che ci allontana ancora di più dall’obiettivo di azzeramento del consumo netto di suolo, previsto dall’Ottavo Programma di Azione Ambientale, mostrando una preoccupante inversione di tendenza dopo i segnali di rallentamento registrati nel 2020. Una situazione certificata dal Rapporto Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente–SNPAhttps://www.pressenza.com/it/2024/02/luci-e-ombre-nel-nuovo-rapporto-ambiente-snpa/.

Un recente studio della Fondazione Censis e di Confcooperative, dal titolo “Disastri e climate change, conto salato per l’Italia” (http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/focus-censis-confcooperative-i-disastri-ambientali-bruciano-210-mld-e-cancellano-il-pnrr/), ha fatto il punto sull’impatto dei disastri naturali e i cambiamenti climatici sull’economia del Paese, certificando, dati alla mano, come negli ultimi 40 anni 1/3 del valore dei danni provocati da eventi estremi nella Ue sia stato “pagato” dall’ItaliaMaurizio Gardini presidente di Confcooperative commentando i dati ha sottolineatocheÈ di 210 miliardi di euro il conto che disastri naturali e cambiamenti climatici hanno presentato al nostro paese. Si tratta di un costo pesantissimo pari all’intero importo del PNRR e a 10 manovre finanziarie. Venendo agli ultimi anni parliamo di 42,8 miliardi solo dal 2017 al 2022. Nel 2022 è costato quasi 1% di PIL, lo 0,9% per l’esattezza, pari a 17 miliardi circa: un importo poco inferiore a una manovra finanziaria. Ben 1 Pmi su 4 sono minacciate, perché localizzate in comuni a rischio frane e alluvioni e presentano una probabilità di fallire del 4,8% più alta di quella delle altre imprese una volta che si sia verificato l’evento avverso.” Disastri rispetto ai quali non è estraneo ovviamente il forsennato consumo di suolo.

Per questo, sta per partire una nuova Campagna nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio che, basandosi sui dati ufficiali sul consumo di suolo registrati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) tra il 2006 e il 2022, ha riassunto in un agevole foglio di calcolo tutte le cifre utili per comprendere rapidamente le trasformazioni urbanistiche avvenute in ognuno dei Comuni italiani. Un Gruppo di studio ha riassunto gli ettari di suolo naturale perduto negli ultimi diciassette anni (cioè quanto cemento e asfalto hanno sostituito la “terra” naturale), la percentuale di superficie comunale impermeabilizzata (cioè la già avvenuta “antropizzazione”), il costo annuale in migliaia di euro derivante dalla perdita della risorsa suolo per ciascun Comune e il debito complessivo da ciascuno accumulato. Un debito ecosistemico e ambientale, ovviamente. Ma anche economico-finanziario. E il “bilancio” è drammaticamente negativo.

 Su quest’ultimo punto il Forum Salviamo il Paesaggio mette però in guardia dalla più che probabile obiezione da parte dei Sindaci, destinatari della Lettera che si propone di inviare: “si tratta di un semplice debito “virtuale”, che non comporta reali passivi di bilancio né esborsi di denaro…. È vero: non c’è uscita di cassa, non c’è pagamento né saldo “fisico”, sottolinea il Forum, ma il costo e il debito ci sono, eccome; basti pensare a quanti miliardi di euro sono stati necessari soltanto per tamponare i danni causati dai più recenti eventi estremi che hanno colpito l’Italia: allagamenti, frane, esondazioni fluviali, siccità e basti immaginare tutto ciò che il riscaldamento globale causerà nei prossimi anni e decenni. Sono questi i costi ecosistemici derivanti dalla perdita di suolo libero! Che significano anche morti, esistenze distrutte, comunità spazzate via in pochi attimi… Numeri impietosi che vanno illustrati a ogni Sindaco e amministrazione comunale, per riflettere e cambiare, attraverso l’invio di una Lettera per il mio Sindaco da recapitare ai propri amministratori e ai media locali. Una lettera per ragionare su cifre accertate e per decidere che il suolo che ci resta è il futuro delle nostre comunità!

Il Forum Salviamo il Paesaggio invita perciò ogni persona e ogni organizzazione ad agire presso i propri amministratori locali, attivandosi in questo modo:

1. Aprire la lettera da inviare al Sindaco (c’è anche una variante della lettera per i comuni che andranno alle urne QUI). Nel box troverete alcuni dati che ognuno dovrà compilare attingendo – in maniera molto rapida – alle cifre di alcune colonne dello specifico Comune che riportiamo in sintesi in questo fileNOTA BENE: il file excel, completo di tutti i dati e le annualità per ciascun Comune italiano lo potete scaricare dal sito, al fondo dell’articolo: LINK.

2. Inviare la lettera compilata al Sindaco e a tutti i consiglieri comunali della propria città.

 3. Inviare un comunicato ai media locali, allegando la lettera trasmessa agli amministratori. Si può utilizzare come base questo comunicato stampa nazionale e personalizzarlo indicando dati specifici riferiti al proprio Comune e/o alla propria zona.

4. Coinvolgere persone e associazioni del territorio, organizzare discussioni/analisi pubbliche e stimolare un dibattito a partire da queste cifre, che sintetizzano i danni che la perdita di suolo libero hanno già provocato sia sotto il profilo ambientale e sia sotto quello economico-finanziario (normalmente trascurato da amministratori e società civile).

Per ogni approfondimento visitare il sito QUI.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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