La drammatica situazione umanitaria è descritta da Omar Ghraieb di Oxfam. Delegazione di ong, parlamentari e giornalisti italiani- tra cui la cronista della Dire-in missione al valico di Rafah

Alessandra Fabbretti

IL CAIRO – “Nella Striscia di Gaza centinaia di migliaia di persone stanno morendo di fame, e la cosa più terribile è che ormai non cercano neanche più cibo, cercano direttamente mangimi per animali; nel 2024 non possiamo permettere che accada una cosa simile”. Omar Ghraieb, di Oxfam, descrive la situazione umanitaria nella regione palestinese nel corso di un incontro a Il Cairo. A partecipare le ong attive a Gaza e una delegazione di parlamentari e giornalisti italiani giunta in Egitto per raggiungere nei prossimi giorni il valico di Rafah. A organizzare la missione, l’Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi) con Arci, Assopace Palestina e il sostegno dell’intergruppo parlamentare per la pace in Medio Oriente

La missione avviene mentre sono arrivati anche esponenti di Hamas nella capitale egiziana per discutere un accordo con Israele. Secondo fonti del gruppo armato, potrebbe essere “approvato entro le prossime 24 o 48 ore”, se il governo israeliano, oltre al cessate il fuoco di sei settimane, accetterà di ritirare le sue forze militari dalla Striscia. In cambio, Hamas potrebbe rilasciare parte degli ostaggi israeliani ancora tenuti a Gaza. Il gruppo chiede inoltre pieno accesso agli aiuti umanitari, per la popolazione stremata da quasi cinque mesi di guerra. In questo quadro Oxfam, continua Ghraieb, “sta rispondendo ai bisogni dei civili portando cibo e impianti di desalinizzazione per rendere l’acqua potabile. A nord offre alcuni servizi sanitari, ma resta la sfida degli sfollati: 1,8 milioni nel sud che in inverno, col freddo e senza cibo, dormono nelle tende“.

Nel corso dell’incontro viene evidenziato che nei raid iniziati il 7 ottobre, dopo gli assalti dei commando di Hamas nel sud di Israele, le forze di Tel Aviv avrebbero distrutto il 50% degli edifici. Per ricostruire Gaza ad oggi servirebbero dieci anni. “La cosa più importante- l’appello di Ghraieb- è non normalizzare questa situazione: quando parliamo di 30mila vittime ricordiamoci che si tratta di persone, vite, famiglie. A cui si aggiungono migliaia di persone sotto le macerie, di cui i famigliari non riescono più ad avere notizie”.

BOLDRINI (PD): “A GAZA FONDI INUTILI SENZA CESSATE FUOCO

“Senza cessate il fuoco a Gaza, mancano anche i fondi per l’assistenza umanitaria. E anche se ci fossero, non si possono spendere, perché non si può intervenire. Serve il cessate il fuoco”. Lo ha detto Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente dell’intergruppo parlamentare per la Pace in Medio oriente, nel corso di un incontro a Il Cairo tra le ong attive a Gaza con la delegazione di parlamentari e giornalisti italiani, giunta oggi in Egitto per raggiungere nei prossimi giorni il valico di Rafah.
“Grazie alle opposizioni- ha ricordato Boldrini- è stata presentata al Parlamento italiano una mozione per chiedere il cessate il fuoco. Sebbene l’Italia per due volte all’assemblea generale dell’Onu si sia astenuta dal votare simili proposte, la nostra ha ottenuto un ampio consenso, con i deputati di maggioranza che si sono astenuti, ciò significa che siamo passati dalla parte giusta. Ma non è ancora stata implementata. Continueremo a monitorare. Andremo al valico di Rafah per testimoniare che non solo in parlamento invochiamo il cessate il fuoco, mentre a Gaza la gente sta morendo di fame“.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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