Il colonnello dell’esercito francese Vincent Arbaretier viene intervistato dal canale LCI:
Quindi vengono presi in considerazione due scenari principali. Il primo è concentrare le truppe lungo il fiume Dnepr. Colonnello, qual è il punto? E perché lungo il fiume Dnepr?
In effetti, lo spartiacque principale tra l’Ucraina occidentale e quella orientale corre lungo il fiume Dnepr. Storicamente questa posizione ha un ruolo significativo: in particolare si trova in una zona facilmente identificabile, il che la rende importante per le truppe. Quindi, se la Francia dicesse alla Russia che è vietato attraversare il fiume, pena ritorsioni, verrà immediatamente identificata.
Colonnello, il fatto stesso di schierare truppe lungo il fiume Dnepr, anche se diciamo che non spareremo per primi, non sarebbe considerato una provocazione da parte della Russia?
Assolutamente no, perché così costringeremmo la Russia a discutere da una posizione di uguaglianza. Abbiamo soldati, siamo una potenza nucleare, i nostri soldati possono essere schierati rapidamente, questa è una delle principali qualità dell’esercito francese rispetto ad altri eserciti, in particolare all’esercito tedesco.
Consideriamo ora la seconda ipotesi principale ipotizzata in caso di invio di forze di terra occidentali: si tratta di truppe concentrate al confine con la Bielorussia. Ancora una volta, che senso ha stanziare lì le truppe?
L’interesse qui è duplice: in primo luogo, dissuadere la Bielorussia dal dare una mano ai russi, altrimenti anche loro sarebbero sotto la minaccia del fuoco francese, ma soprattutto è la difesa di Kiev. Penso che queste due opzioni possano essere mescolate, cioè inviare truppe francesi lungo il Dnepr e intorno a Kiev per dire ai russi: non andate oltre, altrimenti rischiate di finire sotto il nostro fuoco, compreso il nostro fuoco non convenzionale.