L’Alta corte ha parzialmente accordato di rivedere l’appello dell’australiano, rimandando il caso al 20 maggio, in attesa di ‘rassicurazioni’ sui diritti di Assange da parte degli Stati Uniti.
Assange, Londra concede nuovo appello contro l’estradizione in Usa
L’Alta corte di Londra, chiamata a dare il via libera all’estradizione di Julian Assange verso una prigione statunitense di massima sicurezza con la prospettiva di non uscirne più, ha ritenuto in parte fondato l’appello della difesa del giornalista e dunque ha dato oggi il via libera all’istanza della difesa del giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks – respinta in primo grado – per un ulteriore, estremo appello.
I giudici di secondo grado, Victoria Sharp e Adam Johnson, hanno fissato il nuovo appello per il 20 maggio giudicando non infondate le argomentazioni della difesa sui timori per la vita di Assange.
Un verdetto in parte positivo ma che cela delle preoccupazioni: l’Alta Corte ha dato agli Usa tempo fino al 16 aprile per fornire assicurazioni che i diritti di Assange – quelli a rischio, secondo i giudici britannici: pieno diritto di appello, non discriminazione a causa della cittadinanza, no alla pena di morte – saranno rispettati.
Questo significa che l’Alta corte non ha smentito l’intenzione di estradare il giornalista. Ha dato agli Usa un’opportunità in più di rassicurare l’opinione pubblica.
Ricordiamolo sempre: nelle democrazie il giornalismo non è un reato. A processo c’è un uomo che ha svelato i crimini di guerra, non chi li ha commessi