Sempre lo stesso giornale, sempre Putin (e sempre buona Pasqua). Che ha fatto stavolta? Nientedimeno, “ha firmato un decreto per l’arruolamento obbligatorio nelle forze armate” per 147.000 cittadini russi fra i 18 e i 30 anni che “saranno arruolati e inviati presumibilmente a combattere in Ucraina”. In realtà non saranno arruolati ma mandati a fare quella che ai tempi miei si chiamava “leva” o “servizio militare” (o anche “naja”), visto che in Russia c’è appunto il servizio militare, però effettivamente chiamarlo “arruolamento obbligatorio” fa tutto un altro effetto.
Né, ovviamente, saranno mandati a combattere in Ucraina, perché lì ci sono i volontari e i professionisti, né è chissà quale grande novità visto che il decreto in questione viene firmato ogni anno, essendoci appunto ogni anno la leva. Però così il lettore resta con l’impressione che la Russia ha finito i soldati e deve arruolare i ragazzini per mandarli al fronte, ovviamente senza addestramento e con le pale al posto dei fucili. Ma i suddetti ragazzini sono così temibili che l’Europa tutta intera deve entrare in economia di guerra al più presto, altrimenti arrivano in Portogallo. Va bene. Stop making sense era un live dei Talking Heads, non un invito ai nostri giornalisti.