La Procura europea (European Public Prosecutor’s Office, o Eppo) ha ufficialmente avviato un’inchiesta sulle accuse di presunti illeciti penali in relazione alle trattative sui vaccini tra Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, e Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer. Nello specifico, gli investigatori dell’Eppo stanno indagando per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di Sms, corruzione e conflitto di interessi”. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe il caso dei messaggi scambiati tra von der Leyen e Bourla nel corso dei negoziati sulla fornitura all’UE di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid, che, dopo uno scoop del New York Times e una richiesta di accesso agli atti, la Commissione Europea aveva dichiarato di non poter recuperare.
L’indagine era stata inizialmente aperta dalla magistratura belga all’inizio del 2023, in seguito a una denuncia presentata dal lobbista locale Frédéric Baldan, cui si erano in seguito uniti il governo ungherese e quello polacco (quest’ultimo si starebbe però ritirando dopo aver visto, lo scorso dicembre, l’elezione del premier europeista Donald Tusk). Presentando un’ulteriore denuncia alla Corte Ue di Lussemburgo, Baldan aveva dichiarato che la negoziazione via sms del maxi-contratto, del valore di 35 miliardi di euro, inerente 1,8 miliardi di dosi di vaccino da consegnare tra la fine del 2021 e il 2023, minerebbe “la moralità pubblica, la legittima fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee e la trasparenza”. Parallelamente si era mosso per via giudiziaria anche il New York Times, facendo causa alla Commissione dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto degli sms, affermando di non averne tenuto traccia e addirittura non confermandone nemmeno l’esistenza. Ora però la scottante inchiesta è passata nelle mani della Procura Europea, organismo indipendente UE – operativo dal 2021 – chiamato a indagare e a mandare eventualmente alla sbarra i soggetti potenzialmente responsabili dei reati che ledono gli interessi finanziari europei. La notizia pesa come un macigno su von der Leyen, essendo arrivata a pochi mesi dalla prossima tornata delle elezioni europee, in vista delle quali la politica tedesca ha lanciato la sua candidatura per un secondo mandato al timone della Commissione Europea. Ad ogni modo, come rivelato da Politico, la Procura Europea sta indagando su presunti reati penali, ma, almeno per il momento, “nessuno è stato ancora accusato in relazione al caso”.
La questione diventa estremamente rilevante specie se letta in combinato disposto con quella concernente gli enormi sprechi, ormai definitivamente attestati, delle dosi vaccinali di cui si sono resi protagonisti i Paesi UE. Secondo un’analisi condotta sempre da Politico, basata su statistiche diramate da 19 Paesi europei, almeno 215 milioni di dosi di vaccini contro il Covid-19 acquistate dagli Stati membri durante la fase pandemica sarebbero infatti state cestinate. Il tutto per un costo stimato per i contribuenti di circa 4 miliardi di euro. Nello specifico, i dati mostrano che i Paesi dell’UE avrebbero scartato una media di 0,7 vaccini per ogni componente della loro popolazione. Ove questo tasso medio – stimato comunque al ribasso, poiché non tutti i Paesi UE hanno presentato dati aggiornati sugli sviluppi delle campagne di vaccinazione – venisse proiettato nel resto dell’Ue, equivarrebbe a oltre 312 milioni di vaccini andati distrutti.
[di Stefano Baudino]