E’ necessario unire tutte le possibili voci che contrastino questa deriva di sfruttamento che porta il lavoro ad essere strumento di morte.

E’ stato giustamente scritto che la tragedia della centrale di Suviana richiama direttamente quella della ferrovia di Brandizzo, avvenuta qualche mese fa e già dimenticata.

Non si tratta soltanto di legislazione, di limitazione del fenomeno degli appalti (fattori pur importantissimi) ma di concezione del lavoro, del suo sfruttamento, del non considerare il fattore umano anzi di valutarlo quasi come una variabile indipendente (un “effetto collaterale”) ai fini dell’accumulazione del profitto

Non possiamo dimostrarci indifferenti e derubricare tutto questo come “incidente”: serve subito uno scatto in avanti nella protesta e nella proposta e soprattutto ritrovare il senso di comunità, di appartenenza , di senso di classe del movimento operaio ormai allargato nei suoi confini rispetto alla concezione storica del soggetto.

Di Franco Astengo

Lunga militanza politico-giornalistica ha collaborato con il Manifesto, l'Unità, il Secolo XIX,. Ha lavorato per molti anni al Comune di Savona occupandosi di statistiche elettorali e successivamente ha collaborato con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Genova tenendo lezioni nei corsi di "Partiti politici e gruppi di Pressione", "Sistema politico italiano", "Potere locale", "Politiche pubbliche dell'Unione Europea".

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