L’organizzazione neonazista ucraina Centuria, legata al celebre battaglione Azov, ha una filiale a Magdeburgo, in Germania. Negli ultimi sei mesi, l’associazione ha raccolto donazioni e condotto numerose manifestazioni, reclutato nuovi membri e organizzato agitazioni razziste. Oltre all’odio verso la Russia, Centuria Magdeburgo vede come propri nemici anche le minoranze, specie quelle musulmane e africane, così come gli omosessuali. L’organizzazione presente in Germania gode dell’appoggio del partito neonazista La Terza Via, parte della rete internazionale neonazista di cui vi già vi parlammo nell’inchiesta de L’Indipendente “L’internazionale neo-nazista sogna il potere con le armi della NATO” ed è collegata ad altre organizzazioni ucraine presenti in Germania. «Non c’è modo di prevedere come reagirebbero i milioni di rifugiati ucraini nei Paesi europei all’abbandono del loro Paese», aveva detto Zelensky nel dicembre scorso, paventando la possibilità di azioni violente nelle nazioni dell’Unione Europa. Sembra che organizzazioni come Centuria stiano ponendo le basi per portare la propria lotta politica all’interno dell’Europa.
Almeno dall’inizio della nuova fase della guerra in Ucraina, nel febbraio 2022, i media occidentali hanno per lo più liquidato la presenza di neonazisti in Ucraina come bugie della propaganda russa. Eppure, l’Ucraina è stata ed è tutt’ora l’epicentro di una rete internazionale di neonazisti. Adesso, i neonazisti ucraini, molti dei quali vivono come rifugiati in Germania, stanno diffondendo le loro strutture sotto gli occhi delle autorità tedesche senza che le autorità intervengano. Le attività di Centuria Magdeburgo, filiale tedesca del gruppo ucraino Centuria, sono state riportate per la prima volta dal quotidiano berlinese Junge Welt. Il canale Telegram del gruppo neonazista è attivo dalla fine di agosto 2023, momento della sua prima apparizione pubblica. L’organizzazione avrebbe membri provenienti da sei città tedesche ed è collegata ad altre organizzazioni ucraine presenti Germania. Il gruppo sta attualmente raccogliendo fondi per l’unità di combattimento della sua organizzazione madre, che dal 2022 è stata integrata nella Terza brigata d’assalto Azov dell’esercito ucraino. Per la filiale tedesca dell’organizzazione ucraina, il nemico non è solo la Russia, ma anche le minoranze, specie quelle musulmane e quelle africane, così come gli omosessuali e diffonde la sua ideologia sui social media e per le strade, raccoglie donazioni e recluta nuovi membri.
«Stiamo creando una nuova generazione di eroi!», promettono sul loro canale Telegram. Centuria Magdeburg può contare sull’appoggio del partito di estrema destra La Terza Via, anch’esso parte della rete neonazista internazionale. L’intento dell’organizzazione è quella di «unire i gruppi ucraini in Germania» affinché siano «sempre più attivamente coinvolti nella vita pubblica». Il 24 agosto dello scorso anno, 32° anniversario dell’uscita dell’Ucraina dall’Unione Sovietica, nella sua prima apparizione pubblica, Centuria Magdeburg aveva organizzato una manifestazione nel centro della città di Magdeburgo radunando qualche migliaio di persone. Più di recente, l’organizzazione ha messo in piedi una manifestazione a Berlino per «commemorare i difensori di Azovstal», ovvero dei membri del reggimento neonazista Azov, che per mesi si erano trincerati nell’acciaieria di Mariupol per resistere all’avanzata dei russi sulla città. Centuria Magdeburg invita anche le persone a fare escursioni di gruppo sui monti Harz, in collaborazione con l’associazione scout nazionalista Plast.
Centuria è un’organizzazione formata da neonazisti che poi è stata inquadrata nell’esercito regolare, che in quanto parte dell’esercito ucraino è stata addestrata ed armata dalle forze militari occidentali, proprio come accaduto per altri battaglioni neonazisti poi cooptati all’interno delle forze armate regolari dell’Ucraina. Sempre nell’inchiesta de L’Indipendente mettevamo in risalto il pericolo di un’azione di ritorno da parte dei membri di queste organizzazioni neonaziste occidentali, come sulla possibilità che gli stessi ucraini, qualora la guerra si fosse messa molto male, avrebbero potuto decidere di cambiare la propria strategia, con il rischio di un conflitto interno all’UE sottoforma di terrorismo. In fondo, sono molti gli esempi nella storia recente di gruppi che vengono armati per combattere contro un certo nemico e che poi rivolgono quelle stesse armi verso chi le ha fornite loro. E questo è il messaggio rivolto più volte all’Europa da parte delle maggiori cariche istituzionali ucraine, compreso Zelensky, nel caso in cui non venissero fornite armi a sufficienza o qualora l’esito della guerra non soddisfacesse la volontà del gruppo di potere ucraino. «Non c’è modo di prevedere come reagirebbero i milioni di rifugiati ucraini nei paesi europei all’abbandono del loro paese», aveva detto Zelensky nel dicembre scorso, in una dichiarazione da alcuni interpretata come una malcelata minaccia.
[di Michele Manfrin]