Nella celebrazione del 25 aprile di questo difficile 2024 si dovrà cercare di sfuggire la logica delle contrapposizioni.
Sarebbe necessario invece esaltare alcuni punti che molti ritengono superati e frutto di antica retorica:
1) La Resistenza è stata frutto di vera e propria “impresa di popolo” nel senso del completamento del Risorgimento seguendo l’analisi gramsciana di vero esercizio di egemonia come contrappunto alla disfatta fascista;
2) La Resistenza ha rappresentato il momento in cui l’Italia ha continuato a vivere come Nazione;
3) La Costituzione è stata frutto diretto della Resistenza: l’esito del compromesso tra le forze politiche che ne sancì la nascita risultò comunque interno al quadro generale che la Resistenza aveva tracciato e la forma di democrazia repubblicana che ne conseguì va assolutamente conservata;
4) Nell’ambito costituzionale si ritrova l’identità da mantenere sui punti salienti che adesso si trovano in discussione: la pace come valore fondativo; l’antifascismo quale riferimento esaustivo.
Di questo si dovrà parlare nel prossimo 25 aprile non lasciando spazio a pericolosi distinguo.
Un 25 aprile “dalla parte dei Partigiani” con nettezza e senza cedimenti indicando nel fascismo il nemico allora sconfitto e da battere oggi.