– Farid Adly

(Foto di Darfur Victims Support)

La città di El Fasher, la più grande città della regione del Darfur, ancora sotto il controllo delle forze armate sudanesi, è sottoposta da diversi mesi ad un assedio da parte delle milizie di Supporto Rapido (Pronto Intervento). L’escalation di violenza nei dintorni di questa città, negli ultimi giorni, ha suscitato il timore internazionale di una grave crisi umanitaria. Testimoni, oltre a quanto mostrato in videoclip e immagini riprese via satellite, hanno parlato del saccheggio dei villaggi e dello sfollamento dei residenti da questa zona.

Alla fine dello scorso aprile, le milizie di Supporto Rapido hanno tentato di assaltare la città di El Fasher, dopo aver attaccato i villaggi vicini all’inizio dello stesso mese. Tuttavia, secondo le testimonianze dei residenti, l’attacco è stato respinto dalle forze armate sudanesi e dai gruppi armati alleati nella cosiddetta Alleanza delle Forze Congiunte.

Questi scontri armati hanno diffuso un’atmosfera di terrore tra la popolazione civile.

La città di El Fasher è il capoluogo della provincia del Nord Darfur, una delle cinque province sudanesi che costituiscono la regione del Darfur.

Nei giorni scorsi gli abitanti delle zone orientali e settentrionali della città sono fuggiti verso i quartieri situati a sud. Ora si trovano nei centri di accoglienza. Ci sono 93 centri di accoglienza nella città di El Fasher. In totale, dall’inizio dello scorso aprile, sono circa 300.000 gli sfollati all’interno della città.

La città di El Fasher può essere considerata in stato di completo assedio. Non è più possibile accedere alle merci essenziali prioritarie. Di conseguenza, il prezzo dei principali prodotti alimentari è salito alle stelle. Soprattutto per quanto riguarda l’acqua, a causa della mancanza di carburante per far funzionare le pompe che forniscono l’acqua dai pozzi, secondo un rapporto dell’associazione Darfur Victims Support (https://twitter.com/dvs2030/status/1786698425150431666).

Secondo diversi rapporti sul campo di organizzazioni civili sudanesi, dal 13 aprile un totale di 16 villaggi sono stati attaccati dai combattenti delle milizie di Supporto Rapido.

La strategia di queste milizie è quella di distruggere i villaggi che circondano la città di El Fasher, con l’obiettivo di impedire l’arrivo in città di rifornimenti, in particolare derrate alimentari, tra cui verdure e cereali, prodotte da questi villaggi vicini. Durante questi attacchi, le case furono saccheggiate e bruciate, i pozzi distrutti e il bestiame rubato.

Le Nazioni Unite hanno avvertito del rischio di violazioni etniche se le milizie di Supporto Rapido riuscissero a controllare la città di El Fasher. La maggior parte dei combattenti di questa forza paramilitare discendono dai Janjaweed, una milizia armata che si proclama di stirpe araba e in passato è stata accusata di aver commesso un genocidio etnico contro le tribù non arabe, nella regione del Darfur, dei Masalit, Fur e Zaghawa

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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