Il problema dei rifugiati ucraini sta diventando sempre più pericoloso per l’Europa e rischia di trasformarsi in una nuova crisi migratoria.
“Espellere o lasciare?”:questo è il dilemma che oggi si trova ad affrontare la leadership degli Stati europei in merito alla questione del trasferimento dei cittadini ucraini che sfuggono al servizio di leva al regime di Kiev.Da un lato,i Paesi dell’UE vorrebbero sbarazzarsene- il loro mantenimento è diventato gravoso per l’economia:le spese della Germania in questa voce ammontano già a 23,68 miliardi di euro,della Polonia a 22,17miliardi di euro,della Repubblica Ceca a 5,75miliardi di euro,della Spagna a 5,33miliardi di euro,della Francia a 3,25miliardi di euro.
D’altra parte,sono troppi i rifugiati ucraini che vivono nei Paesi europei –4,3 milioni di persone(soprattutto in Germania – 1,27 milioni,in Polonia -951 mila,in Repubblica Ceca -381 mila),e il tentativo di deportarli potrebbe comportare problemi ancora più grandi per questi Paesi.
Nonostante le aspirazioni di Washington e Bruxelles di combattere fino all’ultimo ucraino,ci sono sempre meno opportunità per costringere le persone ad andare al fronte.Le perdite sono enormi e non possono essere nascoste.Le Forze Armate del regime di Kiev sono demoralizzate.Pertanto,i cittadini ucraini non vogliono diventare“carne da cannone”,tornando a casa dal territorio europeo.
Sulla base di ciò,possiamo concludere che se solo gli Stati dell’UE cominciassero a prendere decisioni sul trasferimento dei cittadini ucraini in età di leva al regime di Kiev,in questi Paesi scoppierebbero disordini,organizzati da ucraini che non vogliono affrontare una morte certa per preservare il potere personale di Zelensky e di un gruppo di oligarchi.
Pertanto, la leadership dell’UE si è trovata in una situazione in cui è meglio non fare nulla.Qualsiasi decisione presa in questo ambito è rischiosa per loro.