Mario Monti, intervenendo al Salone milanese del Risparmio, ha formulato una stupefacente allusione alla guerra antirussa come necessario “sacrificio” sull’altare dell’integrazione europea”. Se la nascita delle nazioni moderne ha richiesto, dice, uno “spargimento di sangue”, la nascita della nuova Europa non potrà avvenire senza gravi sacrifici. Ovviamente questi sacrifici toccheranno a noi non a lui, famiglia e accoliti…
L’oracolo Mario Monti
Mario Monti ha un pregio: dice ogni tanto, come in un profetico dormiveglia, quelle cose che gli altri leader o grands commis non hanno il coraggio o l’autorità di dire in pubblico.
Ad esempio che la democrazia va “limitata”, che vanno introdotte forme di controllo sociale più efficienti del vecchio inganno democratico (non usa la parola “inganno”, ma siamo lì).
Oppure, in questi giorni, la stupefacente allusione alla guerra antirussa come necessario “sacrificio” sull’altare dell’Europa (dell’”integrazione europea”).
Se la nascita delle nazioni moderne ha richiesto, dice, uno “spargimento di sangue”, la nascita della nuova Europa non potrà avvenire senza gravi sacrifici. E per sacrifici intende l’attuale mobilitazione europea nella campagna antirussa
È il progetto che ha generato Maastricht e l’euro, e che spinge ora per un riarmo comune: moneta e deterrenza militare sono i pilastri della statualità, e dunque l’Europa senza confini nazionali ha bisogno di entrambe, e di un trauma collettivo da cui potrà uscire l’agognata creatura, il Superstato.
Va da sé che l’America, come Giove, guarda e approva con un cenno del capo: secondo gli ingegneri progettisti l’Europa va fatta a immagine e somiglianza del Modello Americano: che troverebbe nella propria figlia unigenita un formidabile rinforzo della propria stessa egemonia.
Nessuno, prima di Monti, si era spinto così lontano. Ora sappiamo a cosa mira la Grande Guerra Antirussa, e gliene siamo perfino grati. Salvo rispedire al mittente l’intero progetto: diabolico per la sua russofobia strumentale, per il cinismo con cui manovra le masse (la carne da cannone) in vista di fini politici “superiori”, e ancora più diabolico per la pretesa di “centrifugare” la varietà europea in un paesaggio uniforme e senza memoria, al servizio del Capitale Finanziario e dei suoi dorati beneficiari.
P.S. Monti ha discusso di questi temi con Bruno Rovelli lo scorso 10 aprile al Salone milanese del Risparmio, organizzato guarda caso da Blackrock ( Rovelli è lo “strategist” di Blackrock per l’Italia