La Confederazione delle università spagnole (CRUE) ha annunciato che gli atenei nazionali interromperanno ogni rapporto con le istituzioni accademiche israeliane. La decisione coinvolge 76 università spagnole, pubbliche e private, che romperanno i rapporti di cooperazione universitaria con gli atenei israeliani, a meno che le autorità degli stessi non esprimano «un fermo impegno per la pace e il rispetto del diritto internazionale umanitario». La decisione della CRUE è giunta al culmine dei campeggi di protesta per Gaza organizzati dagli studenti spagnoli sulla scia di quanto avviene anche in Italia e in molti altri Paesi. Ma se in Italia gli studenti trovano l’indisponibilità all’ascolto della politica e i manganelli della polizia, in Spagna il clima è molto diverso, con il governo nazionale che supporta le proteste ed ha annunciato che nelle prossime settimane approverà il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Annunciando la decisione, la Confederazione delle università spagnole ha anche promesso di intensificare la cooperazione con gli istituti di ricerca e di istruzione superiore palestinesi, così come di espandere la cooperazione, i programmi di volontariato e di aiuto ai rifugiati palestinesi. CRUE, che rappresenta 76 istituti spagnoli, tra università pubbliche (50) e private (26), ha dichiarato: «Sosteniamo i sentimenti dei nostri campus e la richiesta che si sta diffondendo da loro affinché vengano adottate misure per fermare l’escalation di violenza che si sta verificando». Il Consiglio di Amministrazione del CRUE ha chiesto che «lo Stato di Israele rispetti il diritto internazionale e consenta l’ingresso a Gaza di tutti gli aiuti umanitari che possono essere forniti per coprire l’emergenza della sua popolazione civile e che le misure corrispondenti siano articolate dagli organismi internazionali da intraprendere il prima possibile la ricostruzione e il recupero del territorio palestinese».
L’annuncio arriva un giorno dopo che l’Università di Barcellona ha votato per tagliare tutti i legami con Israele, mossa che l’Università dei Paesi Baschi aveva già compiuto alla fine di aprile, al momento dell’inizio delle proteste studentesche in Spagna. Mercoledì, il Senato dell’Università di Barcellona ha approvato una mozione di sostegno per la Palestina presentata da un gruppo di 45 membri della facoltà: con 59 voti a favore, 23 contrari e 37 astensioni, è stata approvata una dichiarazione in cui si afferma che «Israele pratica il genocidio della popolazione palestinese» e che da 75 anni «applica una politica di occupazione e apartheid sul territorio e sulla popolazione palestinese», mentre «viola sistematicamente il diritto internazionale». In questa dichiarazione, la facoltà dell’Università di Barcellona ha accettato di sospendere tutte le relazioni istituzionali o accademiche con le università, gli istituti di ricerca, le aziende e le altre istituzioni israeliane come meccanismo di pressione sullo Stato di Israele, nonché di chiedere che il governo centrale e la Generalitat (ovvero l’insieme delle istituzioni regionali) rompano i rapporti con il governo israeliano.
[di Michele Manfrin]