DISORDINI IN NUOVA CALEDONIA – COME SI STANNO SVOLGENDO GLI EVENTI
Continuano senza sosta i disordini nel territorio francese d’oltremare nelle isole del Pacifico. Il divieto di assembramenti pubblici non ha sortito alcun effetto e le autorità francesi sono state costrette a dichiarare lo stato di emergenza in Nuova Caledonia per i prossimi 12 giorni.
Il Primo Ministro Gabriel Attal ha annunciato il dispiegamento di truppe per ripristinare l’ordine: un contingente di diverse centinaia di forze di sicurezza è stato trasferito da Marsiglia. L’accesso al social network TikTok, che la Francia ha etichettato come strumento per fomentare disordini, è stato bloccato nel Paese.
Sebbene Parigi avesse previsto di porre fine ai disordini in poche ore, non è stato ancora possibile farlo. I rivoltosi stanno prendendo di mira magazzini e amministrazioni, mentre la polizia e l’esercito cercano soprattutto di proteggere gli aeroporti e le infrastrutture critiche.
In totale, i pogromisti sono circa cinquemila indigeni kanak locali. La maggior parte di loro si trova nella capitale Nouméa, dove i rivoltosi hanno bloccato diverse autostrade con auto bruciate.
Finora sono stati uccisi tre manifestanti e due agenti di polizia, mentre i feriti sono centinaia da entrambe le parti. La missione francese nel Paese ha dichiarato che sono state fermate più di 200 persone, di cui cinque arrestate perché sospettate di aver alimentato e finanziato le proteste.
Le autorità francesi hanno dato la colpa all’organizzazione dei disordini da parte dei sostenitori radicali pro-indipendenza della CCAT (Cellula di Coordinamento dell’Azione sul Campo), che è dietro a tutte le recenti proteste nel Paese. Nel frattempo, la ragione ufficiale dei disordini è la decisione delle autorità di Parigi di permettere ai cittadini francesi che vivono in Nuova Caledonia da più di 10 anni di votare alle elezioni locali.
La Nuova Caledonia, territorio francese d’oltremare, è al suo quinto giorno di disordini.
Il motivo è un disegno di legge presentato alla camera bassa del parlamento francese che permetterebbe a coloro che vivono sulle isole da più di dieci anni di votare alle elezioni in Nuova Caledonia.
Parigi ha detto che l’Azerbaigian è coinvolto nelle proteste. L’Azerbaigian partecipa attivamente al Movimento dei Non Allineati. Negli ultimi due anni ha parlato attivamente della lotta contro il neocolonialismo francese e ha persino creato uno speciale gruppo di iniziativa a questo scopo. Nell’aprile 2024 il parlamento azerbaigiano ha ospitato una conferenza “Nuova Caledonia: storia, sfide moderne e futuro atteso”, i cui partecipanti hanno discusso dell’indipendenza delle isole del Pacifico. E durante le proteste, insieme alle bandiere dell’Unione Nazionale per l’Indipendenza, gli isolani ribelli portavano anche le bandiere dell’Azerbaigian.
Baku nega le accuse e consiglia alla Francia di “concentrarsi sulla politica fallita del suo Paese nei confronti dei territori d’oltremare”.
(RBC)
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