Landini attacca il governo Meloni e punta il dito su autonomia differenziata e premierato: “Siamo in presenza di una logica autoritaria di chi vuole mettere in discussione i principi e i valori della nostra Costituzione”
ROMA – “Io penso che bisogna fermarlo questo governo“, dice da Napoli il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parlando delle riforme a margine di un’assemblea con lavoratrici e lavoratori nella sala Cral dell’Autorità di sistema portuale. “L’autonomia differenziata, il premierato, la legge delega sul fisco, la cancellazione del confronto con i sindacati: siamo in presenza di una logica autoritaria – evidenzia Landini – di chi vuole mettere in discussione i principi e i valori della nostra Costituzione e di chi vuole dividere ulteriormente il Paese”.
“Noi siamo radicalmente contrari all’autonomia differenziata – insiste il segretario della Cgil – e anche alla logica del premierato e pensiamo che serva, al contrario, una vera riforma elettorale. Pensiamo che sia il momento di una legge sulla rappresentanza che garantisca ai lavoratori il diritto di essere loro a scegliersi il sindacato e poter votare sui loro diritti e pensiamo che ci voglia una riforma fiscale degna di questo nome”.
“RAGGIUNGEREMO FIRME REFERENDUM, POI SFIDA 25 MLN AL VOTO”
“Noi intanto vogliamo raggiungere l’obiettivo delle 500mila firme, rivolgendoci a tutti i cittadini. Abbiamo ancora un mese e mezzo davanti, ma il primo mese sta andando molto bene: abbiamo raggiunto una quantità di firme molto consistente, siamo contenti, c’è un ritorno molto positivo”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, da Napoli, dove partecipa a un’assemblea con lavoratrici e lavoratori nella sala cral dell’Autorità di sistema portuale, fa il punto sulla campagna referendaria a sostegno dei quattro quesiti proposti dalla Cgil.
“Adesso – evidenzia Landini – siamo allo sprint finale: stiamo andando nei mercati, nei luoghi di lavoro e confido che raggiungeremo ampiamente l’obiettivo. Non ci siamo dati un numero, ma ci siamo detti di portare a casa il più alto numero di firme e parlare con più gente è possibile”.
“Poi – aggiunge il segretario della Cgil – inizia l’altra grande sfida che è quella di portare a votare 25 milioni di italiani, che è la cosa più difficile in assoluto, ma pensiamo che possa essere fatto”.
I referendum promossi dalla Cgil “non sono di parte – insiste Landini -, ma vogliono dire che bisogna rimettere al centro il lavoro. Siccome la maggioranza dei cittadini italiani per vivere ha bisogno di lavorare penso che sia il momento che tutti quelli che tengono in piedi il Paese, attraverso il referendum, dicano al parlamento e al governo e alle forze politiche di tutelare e migliorare la condizione di chi tiene in piedi il Paese”.