La visita ufficiale di Putin in Corea del Nord (nella foto l’arrivo a Pyongyang accolto di persona da Kim Jong-Un) sta innervosendo varia gente: ultima, in ordine cronologico, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, che poco fa ha dichiarato che “l’approfondirsi delle relazioni tra Russia e Corea del Nord è una cosa che deve preoccupare molto tutti”, e in precedenza era stato John Kirby a dichiarare che gli USA non sono preoccupati del viaggio di Putin, ma del fatto che le relazioni tra i due paesi stanno diventando più strette. E strette pare lo diventeranno davvero, visto il memorandum di cooperazione strategica integrale che firmeranno nel corso della visita, il cui testo è stato diffuso stamattina dal Cremlino. Del resto la visita di Putin non può più essere sminuita con la storia del “dittatore che va dall’altro dittatore a mendicare i proiettili perché la Russia sta a pezzi”, come si diceva tempo fa, quando trapelò la notizia del primo acquisto di proiettili di artiglieria nordcoreani: non dopo aver dichiarato a più riprese, ormai da mesi, che la Russia produce molte più munizioni dell’occidente tutto e che bisogna darsi una svegliata se si vuole competere. Il problema, appunto, non sono più i proiettili e non è più quello che la Corea del Nord può fare per la Russia sul teatro ucraino, ma quello che la Russia può fare per la Corea del Nord, e non solo, nel teatro del Pacifico. Mentre la NATO intensifica i rapporti con Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda in funzione anticinese, invitando i loro rappresentanti, e non per la prima volta, al prossimo vertice NATO di luglio (https://en.yna.co.kr/view/AEN20240403008500315), la Russia non solo ha intensificato i suoi rapporti con la Cina ma ne istituisce di nuovi, e molto stretti, con la Corea del Nord, ed entra in un’area nella quale prima non si era mai manifestata in senso militare – del resto, se sulle sponde occidentali del Pacifico è presente l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, a maggior ragione ci potrà stare la Russia, che su quella porzione di oceano ha i suoi porti.
Si è detto spesso, e con qualche ragione, quanto “sciocco” sia stato Putin, che voleva meno NATO ai confini e se ne ritrova di più. Dovremmo però anche ragionare di quanto “sciocchi” siano stati gli USA che hanno praticamente obbligato la Russia ad allearsi con Cina e Iran, ai quali ora si aggiunge la Corea del Nord.

Francesco Dall’Aglio

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