Mentre sta per aprirsi il vertice NATO a Washington, una notizia che forse è sfuggita ai media, soprattutto nostrani (ma togliamo pure il forse): ieri in Bielorussia sono cominciate le esercitazioni congiunte di reparti dell’esercito bielorusso e cinese, che andranno avanti fino al 19 luglio. Le esercitazioni si svolgono nella regione di Brest (allego nelle foto due momenti della piccola sfilata che si è tenuta all’arrivo dei cinesi), separata dalla Polonia solo dal fiume Bug occidentale. Pare quindi che il gioco delle manovre militari vicino alle case altrui si possa giocare in due, e del resto se ci sono militari italiani in Estonia perché non dovrebbero essercene di cinesi al confine polacco? Il tutto, ovviamente, nel quadro della lotta al terrorismo, per fronteggiare il quale stanotte i reparti in questione effettueranno lanci col paracadute, sempre appunto a pochi metri dalla frontiera polacca. Qui un articolo di Politico che fornisce qualche dettaglio extra, incluse le dichiarazioni da parte bielorussa secondo cui le esercitazioni sono una risposta alla “politica aggressiva” della NATO: https://www.politico.eu/article/china-bealrus-polish-border-nato-summit-drill-ukraine-russia-war-defense-aggression-fight-ministry/. Qui invece, il South China Morning Post, non entusiasta: https://www.scmp.com/news/china/military/article/3269580/chinese-military-belarus-joint-anti-terrorist-training-polish-border.
Venendo invece a cose più ucraine ci sono da segnalare le ultime esternazioni di Arestovyč che vanno sempre seguite con attenzione, pur depurandole dal soverchio (qui: https://t.me/O_Arestovich_official/5882). In questo post il nostro come al solito parla fuori dai denti: l’attacco russo è stato “dimostrativo” ed è volto a mantenere una posizione di forza nei negoziati. Non importa, dice sempre Arestovyč, “quanta assistenza militare sarà trasferita” dalla NATO, la Russia dimostra “che può colpire ovunque in Ucraina, che l’Occidente non può proteggerci”. Non solo: “il principale vantaggio della Russia è la sua razionalità e la capacità di giocare a lungo termine”, e ci volessero anche trecento anni alla fine otterrà quello che vuole. Lottando fino alla fine, conclude, noi perderemo popolazione, installazioni energetiche e potenzialità economiche, e manderemo il paese in rovina. Quindi bisogna, per quanto doloroso, avviare dei negoziati e perseguire una politica razionale (è la parola che ha ripetuto più spesso in tutto il post) basata esclusivamente sull’interesse ucraino e non sulle illusioni che ci stiamo facendo.

Francesco Dall’Aglio

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