In questo nostro articolo, analizziamo i risultati delle forze comuniste e della sinistra radicale Paese per Paese, dando la priorità a quelle che si proclamano marxiste. Nel complesso, i partiti di sinistra hanno ottenuto un incremento di rappresentanza rispetto alle elezioni europee del 2019.

Le elezioni europee che hanno avuto luogo tra il 6 ed il 9 giugno hanno determinato la composizione del nuovo parlamento europeo di Bruxelles, dove siederanno 720 eurodeputati provenienti dai 27 Paesi membri. La stampa internazionale ha sottolineato soprattutto l’avanzata dell’estrema destra in alcuni Paesi, anche se il primo gruppo parlamentare resta quello di centro-destra del Partito Popolare Europeo, seguito dall’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, di centro-sinistra. Il tutto dovrebbe dunque concludersi con la conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea.

Allo stesso tempo, i partiti comunisti e della sinistra radicale hanno fatto registrare risultati incoraggianti in molti Paesi, guadagnando terreno rispetto ai risultati di cinque anni fa. Mentre in Italia la sinistra fa fatica ad affermarsi, infatti, in altri Stati europei la situazione attuale di crisi politico-economica interna e diplomatica internazionale ha offerto terreno fertile all’avanza delle forze che si oppongono allo stato di cose vigente. In questo nostro articolo, analizzeremo i risultati di tali forze Paese per Paese, dando la priorità a quelle che si proclamano apertamente comuniste, ma includendo anche altre formazioni della sinistra radicale.


Austria – Il Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ) ha fatto registrare risultati molto positivi negli ultimi anni in alcune regioni del Paese, ma questi risultati non sono bastati per ottenere un seggio al parlamento europeo. Con il 2,96% delle preferenze ottenute a livello nazionale, il KPÖ risulta infatti essere la prima forza esclusa dall’europarlamento, nel quale l’Austria dispone di 20 scranni. Resta comunque il forte potenziale di un partito che sta guadagnando terreno, e che ora deve ampliare il suo raggio d’azione in tutto il Paese.

Belgio – Gli eccellenti risultati ottenuti dal Partito del Lavoro del Belgio (Parti du travail de Belgique – Partij van de Arbeid van België, PTB-PVDA) sono stati sottolineati in un nostro recente articolo. La formazione marxista ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre alle elezioni europee, eleggendo per la prima volta due eurodeputati, Marc Botenga per la parte francofona e Rudi Kennes in quella fiamminga (nel precedente europarlamento aveva un solo rappresentante), ottenendo l’8,12% nel collegio fiammingo ed il 15,38% in quello francofono.

Bulgaria – In Bulgaria, i partiti di sinistra fanno molta fatica ad affermarsi sulla scena nazionale. La nuova formazione Solidarietà Bulgaria (Солидарна България) non è andata oltre l’1,23% delle preferenze, mentre la coalizione Sinistra! (Левицата!) ha raggiunto appena lo 0,51%. Nessuno di questi partiti si dichiara comunista.

Croazia – Dopo aver abbandonato la coalizione di centro-sinistra, il Fronte dei Lavoratori (Radnička fronta, RF) ha presentato una propria lista autonoma, ottenendo solo lo 0,63% delle preferenze. Anche in questo caso, la formazione si proclama socialista ed antifascista, ma non comunista.

Cipro – AKEL, il Partito Progressista dei Lavoratori (Ανορθωτικό Κόμμα Εργαζόμενου Λαού) si conferma una delle forze politiche principali dell’isola, ottenendo il 21,49% delle preferenze. Tuttavia, poiché Cipro dispone di soli sei seggi all’europarlamento, il rappresentante comunista a Bruxelles sarà solo uno, Giorgos Georgiou, rispetto ai due eletti di cinque anni fa.

Danimarca – L’Alleanza Rosso-Verde (Enhedslisten – De Rød-Grønne), composta da quattro formazioni socialiste e comuniste, ha ottenuto il 7,04% delle preferenze, confermando il seggio conquistato nelle precedenti elezioni europee. L’Alleanza Rosso-Verde si proclama socialista, marxista e anticapitalista.

Estonia – Nessuna delle formazioni che hanno preso parte alle elezioni in Estonia si dichiara socialista o comunista. L’unica formazione che si dichiara di sinistra risulta essere il partito Insieme (Koos – Вместе) della minoranza russofona, che non ha eletto eurodeputati (3,13%).

Finlandia – L’Alleanza di Sinistra (Vasemmistoliitto) ha ottenuto un importante risultato in Finlandia, risultando il secondo partito del Paese con il 17,32% delle preferenze, ed eleggendo tre eurodeputati (in precedenze disponeva di un solo seggio). Il Partito Comunista di Finlandia (Suomen Kommunistinen Puolue, SKP) ha invece presentato una propria lista, ottenendo solo lo 0,15%.

Francia – Con i suoi nove europarlamentari, La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon rappresenta il partito più numeroso all’interno del gruppo della Sinistra Europea. LFI ed i suoi alleati hanno ottenuto il 9,87% delle preferenze, aumentando di tre unità la propria rappresentanza a Bruxelles. Il PCF (Parti Communiste Français) ha invece presentato una propria lista, fermandosi al 2,36% delle preferenze, mentre le altre formazioni comuniste minori hanno ottenuto percentuali inferiori all’1%.

Germania – Dopo la scissione di Die Linke, la lista Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW) ha ottenuto un risultato di grande importanza, con il 6,17% delle preferenze e sei europarlamentari eletti. Die Linke è invece uscita fortemente indebolita dalla scissione, passando da cinque a due rappresentanti (2,74%). Da segnalare anche i due eletti di Die PARTEI (1,95%), che si autodefinisce un partito satirico ed antifascista, mentre i vari partiti comunisti hanno ottenuto percentuali da prefisso telefonico.

Grecia – Il Partito Comunista di Grecia (Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας) si conferma come una delle formazioni comuniste più importanti del continente, ottenendo il 9,25% delle preferenze e confermando i suoi due europarlamentari. Il nuovo partito della sinistra euroscettica, Rotta di Libertà (Πλεύση Ελευθερίας), ha eletto un deputato con il 3,40% delle preferenze, mentre nell’ambito della Sinistra Europea siederanno i quattro rappresentanti di Syriza (Συνασπισμός Ριζοσπαστικής Αριστεράς – Προοδευτική Συμμαχία, ovvero Coalizione della Sinistra Radicale – Alleanza Progressista).

Irlanda – Sinn Féin, il partito della sinistra nazionalista irlandese, ha ottenuto l’11,14% delle preferenze, classificandosi al terzo posto ed eleggendo due eurodeputati (in precedenza disponeva di un solo seggio). Perde invece i suoi due rappresentanti la lista Independents 4 Change, sempre affiliata alla Sinistra Europea. L’indipendente Luke ‘Ming’ Flanagan ha deciso di entrare a far parte del gruppo della Sinistra Europea.

Italia – Con l’ingresso del Movimento 5 Stelle nella Sinistra Europea, l’Italia disporrà di ben quattordici eurodeputati appartenenti a questo gruppo, considerando gli otto del M5S (9,98%) ed i sei dell’Alleanza Verdi-Sinistra (6,79%). Resta da monitorare quale sarà il comportamento dei deputati pentastellati all’interno dell’europarlamento.

Lettonia – Nessuna delle formazioni che hanno preso parte alle elezioni in Lettonia appartiene all’area della sinistra radicale.

Lituania – Rispetto alle altre repubbliche baltiche, in Lituania esiste una formazione di sinistra, il Partito Lituano delle Regioni (Lietuvos Regionų Partija, LRP), che ha ottenuto il 5,25% delle preferenze. Tuttavia, LRP è risultato essere il primo partito senza seggi, poiché la Lituania dispone di soli undici scranni.

Lussemburgo – Anche in questo caso, lo scarso numero di seggi a disposizione – appena sei – ha penalizzato la sinistra. L’alleanza anticapitalista Déi Lénk ha infatti ottenuto un buon 3,15%, insufficiente per eleggere eurodeputati, mentre il Partito Comunista del Lussemburgo (Kommunistesch Partei vu Lëtzebuerg, KPL) si è fermato allo 0,97%.

Malta – Nessuna delle formazioni che hanno preso parte alle elezioni maltesi appartiene all’area della sinistra radicale.

Paesi Bassi – Come cinque anni fa, il Partito per gli Animali (Partij voor de Dieren, PvdD), appartenente al gruppo della Sinistra Europea, ha ottenuto un seggio con il 4,52% delle preferenze. Resta invece escluso il Partito Socialista (Socialistische Partij, SP), con il 2,20%.

Polonia – La sinistra polacca (Lewica) ha subito un grave ridimensionamento, passando da otto a tre rappresentanti, e fermandosi al 6,30% delle preferenze. Oltretutto, pur essendo la formazione politica polacca più a sinistra, Lewica non aderisce al gruppo della Sinistra Europea, ma a quello dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, classificandosi dunque come forza socialdemocratica a tutti gli effetti, e non della sinistra radicale.

Portogallo – I partiti della sinistra portoghese non possono certo essere soddisfatti dei risultati ottenuti alle ultime elezioni europee. Il Bloco de Esquerda (BE) ha infatti dimezzato i propri voti (4,25%), ed anche la CDU (Coligação Democrática Unitária), alla quale aderisce il Partido Comunista Português (PCP) ha subito una forte perdita di voti. Entrambe le formazioni passano dunque da due ad un europarlamentare. Per la CDU, l’unico eletto risulta essere il comunista João Oliveira.

Repubblica Ceca – Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (Komunistická strana Čech a Moravy, KSČM) ha lanciato, alla fine del 2023, la coalizione Stačilo! (“Abbastanza!”), con la quale ha ottenuto il 9,56% delle preferenze ed eletto due eurodeputati, raddoppiando la rappresentanza delle scorse elezioni. La comunista Kateřina Konečná ha ottenuto il quarto posto assoluto tra i candidati con il maggior numero di preferenze nel Paese, mentre Ondřej Dostál ha ottenuto il secondo seggio della lista di sinistra in quota alla formazione euroscettica Democratici Uniti – Associazione degli Indipendenti (Spojení demokraté – Sdružení nezávislých, SD-SN).

Romania – La sinistra rumena ha grandi difficoltà a ricavarsi un ruolo politico importante, e l’Alleanza Socialista guidata dal Partito Socialista Rumeno (Partidul Socialist Român) ha ottenuto appena lo 0,42% delle preferenze.

Slovacchia – Il partito del primo ministro Robert Fico, Direzione – Socialdemocrazia (Smer – sociálna demokracia) si conferma come la prima forza della sinistra slovacca, ottenendo il 24,77% delle preferenze ed eleggendo cinque eurodeputati, con un incremento di due unità. Anche il partito del presidente Peter Pellegrini ha ben figurato: per la sua prima partecipazione, Voce – Socialdemocrazia (Hlas – sociálna demokracia) ha ottenuto il 7,18%, ottenendo un seggio. Alle elezioni ha preso parte anche il Partito Comunista di Slovacchia (Komunistická strana Slovenska, KSS), fermo allo 0,15%.

Slovenia – Nonostante il buon risultato ottenuto, pari al 4,81% delle preferenze, la sinistra slovena (Levica) non ha ottenuto nessuno dei nove seggi in palio. Levica continuerà comunque a recitare un ruolo importante all’interno dell’alleanza di governo della quale fa parte.

Spagna – La Spagna conferma i suoi quattro rappresentanti all’interno del gruppo della Sinistra Europea. Sumar avrebbe invero eletto tre eurodeputati con il 4,67% delle preferenze, ma due di questi hanno aderito al gruppo dei Verdi. Podemos, dal canto suo, passa da quattro a due eletti (3,27%), mentre l’ultimo eurodeputato del gruppo della Sinistra Europea proviene dalla sinistra basca di Euskal Herria Bildu.

Svezia – Il Partito della Sinistra (Vänsterpartiet) ha ottenuto un incoraggiante 11,06%, eleggendo due eurodeputati (disponeva di un solo seggio in precedenza). Il Partito Comunista di Svezia (Sveriges Kommunistiska Parti, SKP) ha partecipato con una propria lista, ottenendo solo lo 0,04%.

Ungheria – Nessuna delle formazioni che hanno preso parte alle elezioni in Ungheria si dichiara comunista o appartiene all’area della sinistra radicale.


Bilancio complessivo – Il gruppo parlamentare della Sinistra Europea ha eletto 46 eurodeputati, nove in più rispetto al 2019. A questi vanno aggiunti diciannove eurodeputati della sinistra radicale che non aderiscono al gruppo parlamentare, ponendosi tra i non affiliati. Tra questi, i deputati appartenenti a forze dichiaratamente di ispirazione marxista sono invece i seguenti otto:

Rudi Kennes – Belgio (PT – Sinistra Europea)
Marc Botenga – Belgio (PT – Sinistra Europea)
Giorgos Georgiou – Cipro (AKEL – Sinistra Europea)
Kateřina Konečná – Repubblica Ceca (KSČM – Non affiliata)
Per Clausen – Danimarca (Ø – Sinistra Europea)
Lefteris Nikolaou-Alavanos – Grecia (KKE – Non affiliato)
Konstantinos Papadakis – Grecia (KKE – Non affiliato)
João Oliveira – Portogallo (PCP – Sinistra Europea)

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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