L’alleanza tra le giunte militari in Mali, Niger e Burkina Faso, che ha portato all’espulsione della maggior parte delle truppe occidentali, ha annunciato la creazione della ’Confederazione degli Stati del Sahel’, per una strategia comune di sviluppo, cooperazione e lotta al jihadismo.
Nasce la ‘Confederazione del Sahel’
A Niamey, capitale del Niger, i capi dei tre governi nati da golpe anti coloniali, Assimi Goita (Mali), Ibrahim Traoré (Burkina Faso) e Abdourahamane Tiani del paese ospitante, hanno formalizzato la creazione di una ‘Confederazione del Sahel‘, che comprende una ‘Banca di investimento comune’, un ‘Fondo di stabilizzazione’ e una “Forza Unificata del Sahel”, per rafforzare la lotta contro i ribelli islamisti.
A guidare la neonata Confederazione sarà il ‘presidente ‘di transizione’ del Mali, il colonnello Goita, nominato presidente di turno dell’organizzazione con un mandato di un anno.
Prossimo passo, l’addio al ‘Franco CFA’ e alla Cedeao
Mali, Niger e Burkina Faso vogliono adottare una moneta comune ai tre paesi e a tale scopo stanno studiando gli aspetti tecnici per arrivare ad abbandonare il ‘Franco CFA’ (nel 1945, CFA era l’acronimo di ‘Colonie Francesi d’Africa’; successivamente, divenne acronimo di ‘Comunità Finanziaria Africana’).
Questo passo è parallelo all’intenzione, già annunciata, di elaborare urgentemente tutte le procedure tecnico diplomatiche per l’uscita dalla Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale), l’accordo economico stipulato da dodici Stati dell’Africa occidentale nel 1975, e tuttora in vigore, ma destinato a scadere il prossimo anno.
Questo attivismo ha allarmato l’organismo regionale, che ha tenuto un vertice straordinario ad Abuja (Nigeria) il 7 luglio. Con la fuoriuscita di Mali, Niger e Burkina Faso, la Cedeao perderebbe più del 12% del Pil e il 16% della popolazione, oltre che tre paesi ricchi di risorse minerarie e strategici sul piano geopolitico.
I cinque Paesi che restano della ‘Cedeao’ hanno progettato di adottare una moneta comune a partire dal 2025; la moneta dovrebbe chiamarsi Eco. L’unione monetaria verrà detta ‘Zona monetaria dell’Africa occidentale’ (ZMAO). E anche questa nascita, prevista a partire dal 2025.
In caso di ritiro dei tre della ‘Confederazione del Sahel’, c’è il rischio di una disintegrazione e di tensioni nell’intera area, sostiene il presidente del Senegal Bassirou Faye, che parla anche della necessità di liberare l’organismo “dagli stereotipi che la dipingono come un’organizzazione ‘soggetta alle influenze di poteri esterni’”.
Non mancano tensioni anche tra la giunta militare al potere in Burkina Faso e la Costa d’Avorio e il Benin, accusati di essere strumenti dell’ingerenza di Parigi nella regione. “Non abbiamo nulla contro il popolo ivoriano. Ma abbiamo qualcosa contro chi governa la Costa d’Avorio. Esiste un centro operativo ad Abidjan per destabilizzare il nostro Paese” ha dichiarato Ibrahim Traoré , che accusa il Benin di ospitare due installazioni militari francesi segrete, a suo dire utilizzate per addestrare terroristi contro il Burkina Faso. La Costa d’Avorio è ancora saldamente nell’orbita politica, economica e militare di Parigi.
Il Benin ha un conflitto aperto anche con il Niger dopo che questo ha bloccato il trasporto di petrolio da un oleodotto cinese verso il porto di Cotonou.