Marquez

Il recente summit della NATO a Washington ha rivelato un chiaro spostamento dell’attenzione verso l’Indopacifico, evidenziando un aumento delle spese militari e una crescente cooperazione con nazioni come Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Occultare la realtà è ormai dirimente per giustificare le guerre e falsificare i dati è arma diffusa per le strategie di guerra.

L’espansione dell’interesse NATO nell’Indopacifico. Aumento delle spese militari

L’espansione della cooperazione militare tra i paesi dell’Alleanza Atlantica si traduce concretamente in un aumento delle spese militari tra i paesi coinvolti. Ad esempio, il Giappone ha incrementato la sua spesa militare del 5,9% tra il 2021 e il 2022, raggiungendo i 46 miliardi di dollari.

Questo trend è destinato a continuare, con ulteriori aumenti previsti nel prossimo biennio. Le esercitazioni militari congiunte nella regione, volte a contenere l’influenza cinese, sono una testimonianza di queste politiche aggressive​​.

Cooperazione NATO-Ucraina

Oltre al focus sull’Indopacifico, la NATO continua a sostenere l’Ucraina. La decisione di istituire programmi di assistenza e addestramento per le truppe ucraine è stata ratificata, garantendo una fornitura minima di 40 miliardi di euro di attrezzature militari entro i primi mesi del 2025.

Gli accordi bilaterali di sicurezza con l’Ucraina sono coordinati dal Centro Congiunto NATO-Ucraina per l’Analisi, l’Addestramento e l’Istruzione in Polonia, rafforzando ulteriormente l’integrazione militare tra l’Alleanza e l’Ucraina​.

L’Escalation militare

Il Parlamento europeo, con il sostegno dei principali partiti italiani, ha votato a favore dell’utilizzo delle nuove armi fornite all’Ucraina per attacchi sul territorio russo.

Questo voto rappresenta un’escalation della guerra in corso, alimentando il conflitto e ampliando le tensioni.

In parallelo, si osserva una crescente economia di guerra con tagli allo stato sociale per aumentare le risorse destinate all’industria bellica, le cui aziende stanno vedendo un notevole aumento del valore azionario​​.

Accuse alla Cina e dipendenza tecnologica

Nel contesto di questa strategia aggressiva, la NATO ha accusato la Cina di fornire aiuti militari alla Russia. Tuttavia, emerge una contraddizione significativa: molti sistemi d’arma statunitensi dipendono fortemente da componenti elettroniche prodotte in Cina.

Questa dipendenza ha spinto gli Stati Uniti a reinternalizzare la produzione di semiconduttori per ridurre la vulnerabilità strategica, una decisione accelerata dalla pandemia di Covid-19​​.

Propaganda e realtà

L’attacco mediatico alla Cina maschera una realtà più complessa. Gli Stati Uniti, che hanno esternalizzato gran parte della loro produzione per ragioni economiche, si trovano ora a dover affrontare le conseguenze di questa scelta.

La riorganizzazione delle aziende belliche ha premiato operazioni speculative e finanziarie, aumentando la dipendenza dai semiconduttori orientali, e creando sinergie commerciali con produttori asiatici.

Questo panorama mette in evidenza l’ipocrisia delle accuse statunitensi e della propaganda bellica della NATO​​.

L’aumento delle spese militari, la cooperazione con partner regionali e l’escalation del conflitto in Ucraina sono tutti elementi di una strategia più ampia che mira a preservare l’ordine internazionale basato su regole definite dall’Occidente.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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