Il battaglione Azov, gruppo neonazista incorporato nell’esercito Ucraino, è in tour in Europa per una campagna di propaganda, proselitismo e finanziamento. Dal 21 luglio al 2 di agosto, alcuni componenti del gruppo faranno visita a 9 città di 6 Paesi dell’Unione Europea: Polonia, Germania, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca e Lituania. I combattenti ucraini intendono «incontrare i fan all’estero, potenziali donatori e volontari» per sostenere i loro sforzi sul fronte, offrendo “spettacoli” a pagamento. Tra esecuzioni di danze ucraine e racconti di storie dal fronte, il gruppo cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la propria causa, illustrando i contenuti del proprio programma culturale e ideologico.

Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, gli incontri sono pensati innanzitutto per incontrare gli ucraini all’estero e si terranno in lingua ucraina. Ma non è difficile pensare che questi saranno anche un’occasione per cementare i rapporti con le altre organizzazioni europee che fanno parte dell’Internazionale Nera, una galassia di decine di sigle neofasciste e neonaziste europee e non solo, che proprio in Ucraina ha il proprio epicentro teorico e militare di quella che Olena Semenyaka, l’ideologa di Azov, ha definito la «rivoluzione conservatrice mondiale». Una realtà che abbiamo approfondito su L’Indipendente in una lunga inchiesta.

Le città interessate dal tour di Azov saranno Varsavia (Polonia), Cracovia (Polonia), Berlino (Germania), Amburgo (Germania), Rotterdam (Olanda), Bruxelles (Belgio), Colonia (Germania), Praga (Repubblica Ceca) e Vilnius (Lituana). Il tour, iniziato il 21 luglio, si concluderà il 2 di agosto.

Non è chiaro chi siano e quanti siano i partecipanti del tour del gruppo neonazista fondato da Andrey Biletsky, soprannominato il “Führer Bianco”. I membri del battaglione Azov sembrano voler porsi come una seria alternativa a Zelensky per poter proseguire la guerra, visto che il presidente ucraino ha per la prima volta aperto alla possibilità che la Russia partecipi al prossimo vertice di pace, che dovrebbe svolgersi a novembre. Azov fa parte di quel blocco di organizzazioni che non intende cedere alla possibile pace che, per forza di cose, vorrebbe dire accettare la cessione dei territori conquistati dalla Russia e che hanno votato tramite referendum per aderire alla Federazione Russa.

Vogliamo qui ricordare che, nel giugno scorso, l’amministrazione statunitense guidata dal Presidente Joe Biden ha deciso di rimuovere il battaglione Azov dalla lista di gruppi a cui è vietata la vendita e la cessione di armamenti in base alla Legge Leahy, che vieta agli Stati Uniti di fornire aiuti alle unità militari straniere anche solo sospettate di violazioni dei diritti umani. Sempre qui ricordiamo come il battaglione Azov sia stato a più riprese accusato da diverse organizzazioni internazionali di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per quanto commesso durate la guerra condotta contro le popolazioni civili dell’Ucraina dell’Est, ben prima dell’invasione russa del 2022. Amnesty InternationalHuman Rights Watch e persino le Nazioni Unite hanno denunciato le indicibile violenze commesse dai vari gruppi neonazisti impegnati, fin dal 2014, nella guerra contro la regione orientale filo-russa dell’Ucraina, il Donbass: detenzione arbitraria, torture, omicidi e molte altre sono le accuse mosse. Anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), nel 2016, redasse un report sui crimini di guerra commessi dalle forze armate e di sicurezza ucraine nei confronti delle popolazioni russofone.

[di Michele Manfrin]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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