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L’accusa gravissima nei confronti di Israele arriva dalle Nazioni Unite attraverso la missione UNIFIL, che monitora la situazione nel sud del Libano. Secondo il rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il fosforo bianco è stato utilizzato almeno tre volte tra marzo e giugno 2024, colpendo aree abitate e causando gravi danni e sofferenze alla popolazione civile.

Israele e le bombe al fosforo sul Libano

Il primo attacco registrato si è verificato il 3 marzo vicino a Dayr Amis, nel settore occidentale del Libano. Le esalazioni chimiche hanno provocato una corsa agli ospedali locali, con molte persone colpite da difficoltà respiratorie e ustioni. Altri attacchi sono stati confermati nei pressi di Ayta al-Sha’b e Arab al-Luwayzah, dimostrando un modello di utilizzo che si estende su diverse località lungo la linea di confine​​.

Il fosforo bianco, noto per il suo effetto devastante, è in grado di incendiare vegetazione e strutture, causando gravi ustioni a chiunque venga colpito dalle sue esalazioni. La Convenzione sulle Armi Convenzionali delle Nazioni Unite (CCW) vieta l’uso di tali armi in aree civili a causa del loro impatto indiscriminato e della loro natura particolarmente crudele​​ .

Il rapporto UNIFIL

La comunità internazionale ha espresso forte preoccupazione per questi attacchi. L’uso del fosforo bianco da parte di Israele è stato denunciato come una violazione del diritto internazionale umanitario, in particolare considerando le conseguenze a lungo termine che tali attacchi possono avere sulla popolazione e sull’ambiente. UNIFIL, che include anche truppe italiane, ha pubblicato un rapporto dettagliato che documenta questi eventi, sollecitando un’immediata cessazione dell’uso di armi non convenzionali e una maggiore protezione per i civili libanesi​​.

L’italiano Andrea Tenenti, a capo delle comunicazioni ufficiali di UNIFIL, ha ribadito l’importanza della risoluzione ONU 1701, che mira a garantire un cessate il fuoco duraturo tra le parti. Tuttavia, l’attuale mancanza di impegno da entrambe le parti per la piena attuazione della risoluzione ha portato a un’escalation delle tensioni e dei combattimenti​​.

Il documento Onu sull’uso del fosforo bianco da parte di Israele – .pubblicato da l’Avvenire

Condizioni sul terreno

Sul campo, le forze di peacekeeping di UNIFIL, comprese le truppe italiane, affrontano una situazione di estrema tensione. Gli osservatori ONU devono operare con regole d’ingaggio rigorose, che consentono loro di rispondere solo se attaccati direttamente. Il colonnello Bruno Vio, portavoce del contingente italiano, sottolinea la necessità di nervi saldi per gestire un conflitto in cui ogni movimento può essere interpretato come una provocazione .

La presenza di aree minate e ordigni inesplosi aggiunge ulteriori pericoli, mentre gli attacchi aerei israeliani, spesso preceduti da voli a bassa quota e dal superamento della barriera del suono, terrorizzano la popolazione locale. Questa situazione ha portato a un numero crescente di sfollati, con centinaia di persone costrette a cercare rifugio nelle città più sicure come Tiro .

L’uso del fosforo bianco ha devastato vaste aree di terreno, rendendo incoltivabili i campi e avvelenando il suolo per decenni a venire. Questo non solo ha conseguenze immediate sulla sicurezza alimentare delle comunità locali, ma comporta anche un rischio sanitario a lungo termine per chi vive in queste regioni .

Il danno ambientale è accompagnato da un impatto sociale devastante, con famiglie costrette a fuggire dalle loro case, la distruzione delle infrastrutture e una generale atmosfera di paura e incertezza. Le comunità che riescono a stabilire accordi con Hezbollah, permettendo il passaggio delle milizie ma evitando attacchi dai loro territori, cercano di limitare i danni ma restano comunque vulnerabili alle rappresaglie israeliane

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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