Alexandro Sabetti

Ora è più chiaro il risultato della visita di Netanyahu al Congresso USA: al suo ritorno in meno di 48 ore, Israele ha dato il via a una escalation bellica prima bombardando il sud di Beirut per uccidere Fuad Shukr, consigliere militare del capo di Hezbollah Nasrallah, sulla cui morte manca ancora la conferma ufficiale. Poche ore dopo con un missile su Teheran è stato ucciso il leader di HamasIsmail Haniyeh, portando la tensione alle stelle in tutto il medio Oriente.

Parole durissime dai paesi dell’asse delle resistenza che sostengono l’Iran: Yemen, Siria, l’Iraq sciita hanno condannato l’attacco e minacciano rappresaglie; ma anche dalla Turchia si sono levate parole di condanna e dal Qatar che ha parlato di impossibilità di proseguire nelle trattative per un cessate il fuoco.

L’unico commento USA, paradossale: “Se Israele verrà attaccato lo difenderemo”

Escalation Israeliana, Haniyeh ucciso a Teheran

Il governo Netanyahu ha impresso una svolta estrema alla sua strategia per il Medio Oriente, subito dopo la visita negli USA, decidendo di uccidere tutti i vertici di Hamas e di Hezbollah, provocando l’Iran e tentando di spingerlo subito in un conflitto devastante.

E così in successione sono stati colpiti Fuad Shukr, uno dei consiglieri militari più vicini Nasrallah, il leader di Hezbollah, e poi direttamente Ismail Haniyeh, capo di Hamas.

La visita negli Stati Uniti ha chiarito al primo ministro israeliano la tempistica e il momento in cui si trovano gli americani: Biden è debolissimo, Kamala Harris non ha alcuna idea reale e Trump potrebbe ristabilire i legami con la finanza sunnita, abbandonando proprio l’Iran. Dunque, per Israele è il momento dell’esplosione della guerra totale, approfittando anche del sostegno implicito dell’Europa sempre più ignava.

L’assassinio di Ismail Haniyeh

Hamas ha comunicato la morte del suo leader Ismail Haniyeh in seguito a un attacco israeliano contro la sua residenza a Teheran. L’attacco che è avvenuto alle 2 di notte ora locale.

Haniyeh era andato nella capitale iraniana per assistere al giuramento del neopresidente della Repubblica Islamica, Masoud Pezeshkian.

Il leaader palestinese era capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017. Inoltre è stato primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017.

“L’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh in Iran rappresenta una grave escalation che non raggiungerà i suoi obiettivi”, ha dichiarato il funzionario della fazione islamica Sami Abu Zuhri, citato dai media israeliani.

“L’assassinio del comandante Ismail Haniyeh è un atto codardo e non passerà sotto silenzio” ha aggiunto Musa Abou Marzouk, uno dei maggiori dirigenti di Hamas in una delle prime dichiarazioni.

Dal Qatar, il primo ministro Al Thani ha criticato implicitamente Israele: “l’approccio degli assassini politici porta a chiedersi come possa avere successo una mediazione se una delle due parti uccide il negoziatore dell’altra parte”.

Khamenei: “Nostro dovere vendicare il sangue di Haniyeh, il nemico si prepari a una dura punizione”

L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, ha detto che “è nostro dovere vendicare il sangue di Haniyeh” e aggiunto che “il regime sionista affronterà una dura punizione”.

Il nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha definito “azione codarda” l’omicidio di Haniyeh: “Gli occupanti terroristi se ne pentiranno. Difenderemo la nostra integrità territoriale e il nostro onore”, ha aggiunto Pezeshkian.

Turchia: “Fermare Israele o conflitto si amplierà”

Il ministero degli Esteri della Turchia, commentando l’uccisione del leader di Hamas ha detto che  “questo dimostra ancora una volta che il governo israeliano di Netanyahu non ha alcuna intenzione di raggiungere la pace” e che “la regione dovrà affrontare conflitti molto più ampi se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele”. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca Anadolu.

E gli USA? “Difenderemo Israele”

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha detto che “Washington aiuterà a difendere Israele se verrà attaccato”. Secondo quanto riportato dal quotidiano Times of Israel, in conferenza stampa nelle Filippine Austin ha dichiarato che “una guerra più ampia in Medio Oriente non è inevitabile”.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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