Al quarto giorno di combattimenti l’avanzata ucraina pare essersi fermata, e i rinforzi russi hanno cominciato a riprendere territorio. Oggi non posto carte perché se quelle di ieri erano probabilmente sbilanciate a favore degli ucraini, quelle di oggi lo sarebbero a favore dei russi, e la situazione è ancora molto fluida e incerta. Anche se il fronte non è ancora stabilizzato è però abbastanza chiaro che, per il numero di uomini impiegati, è stato raggiunto il limite strutturale dell’avanzata: ora c’è da vedere se il comando ucraino vorrà, o potrà, mandare altre riserve per provare ad allargare l’area di controllo, o se invece riterrà che l’obiettivo sia stato raggiunto e si trincererà più vicino alla linea di frontiera, provando a mantenere comunque una presenza in territorio russo. Bisogna anche vedere se intenderà ripetere l’esperimento in altri punti della frontiera, cosa certamente possibile. Però ormai abbiamo capito che se è vero che i russi hanno bisogno di un paio di schiaffoni per cominciare a funzionare, una volta che si sono accesi spegnerli è complicato: per cui è abbastanza improbabile che gli altri settori più o meno sguarniti, o poco custoditi, della frontiera verranno lasciati così. Altre operazioni ad ogni modo seguiranno sicuramente: stamattina, ad esempio, i marines ucraini hanno provato nuovamente a sbarcare sulla penisola di Tendra e sono stati respinti con perdite.
Ora che l’effetto sorpresa è svanito e che anche i voenkor più pessimisti hanno capito che è improbabile che Kursk sia in pericolo, l’operazione inizia ad assumere anche contorni propagandistici. Nei primi tre giorni da parte ucraina non è stato rilasciato quasi nulla se non un paio di video di truppe russe che si arrendevano. E questa cosa è stata molto astuta, perché i nostri media diffondono in pratica solo materiale ucraino: il loro silenzio ha fatto sì che le perdite subite fossero completamente ignorate e ci si concentrasse solo sul dato territoriale. Certo, i canali russi hanno distribuito molti filmati di colonne di materiale ucraino distrutto, ma i nostri media il materiale russo non lo diffondono. Quindi, per quanto ci riguarda avanzata velocissima, zero perdite e un gran numero di prigionieri – questa gente, va detto, sa fare molto bene il suo lavoro. Oggi invece, essendosi arrestata l’avanzata, è necessario continuare a sfruttare l’onda e i canali iniziano a presentare varie foto e filmati con geolocalizzazioni, però, un po’ fantasiose, che hanno naturalmente lo scopo di presentare un controllo del territorio molto più esteso e molto più stabile di quanto non sia in realtà e seminare, se ci si riesce, un po’ di panico aggiuntivo nella società russa (che non mi pare proprio ne stia accusando, in verità). A titolo di esempio posto due foto. Nella prima, il drappello di soldati sostiene di essere a Sudža e di avere interamente occupato la cittadina: ma il filmato da cui ho tratto il fermo immagine è stato invece girato all’ufficio della Gazprom alla periferia nord-occidentale della cittadina, e probabilmente il primo o al massimo il secondo giorno dell’invasione. Stesso ragionamento per la seconda foto, anch’essa presentata come scattata a Sudža: ma a Sudža il Pyatyoročka (una catena di discount abbastanza scrausa) non c’è e Google piazza il più vicino a Zaoleženka, sempre a nord-ovest della città – a poca distanza indubbiamente, ma comunque non a Sudža.
Questo non significa, naturalmente, che la situazione sia sotto controllo. Restano in mano ucraina un bel po’ di insediamenti, e non è chiarissimo come se la stia passando la popolazione, perché non tutti hanno potuto o voluto lasciare casa. Di norma questo tipo di operazioni, con gruppi mobili lanciati in profondità, portano fisiologicamente a un certo numero di vittime civili al di là dei cannoneggiamenti. E ovviamente, per evitare di farne altre le truppe russe devono esercitare parecchia cautela nelle operazioni, il che complica non poco il lavoro. L’aviazione, ad esempio, sta limitandosi a colpire oltre confine, nei punti di raccolta delle truppe e del materiale; inoltre l’arrivo di rinforzi ha creato un buon numero di bersagli di opportunità per i missili ucraini, che stamattina hanno colpito una colonna di automezzi militari provocando alcune decine di vittime. Per cui, appunto, l’avanzata si è fermata ma la situazione è ancora lontana dall’essere risolta. Non si ferma, invece, la lenta avanzata russa nel Donbas. Ma questa è un’altra storia, più noiosa e meno impellente da seguire.
Francesco Dall’Aglio