Le elezioni regionali in Catalogna hanno segnato un cambiamento politico significativo, con la vittoria del Partito Socialista che ha interrotto il dominio delle forze separatiste. Salvador Illa è stato eletto presidente regionale, promettendo dialogo e stabilità, mentre le tensioni indipendentiste riemergono dopo il ritorno improvviso di Puigdemont.

Nel nostro articolo sulle elezioni regionali in Catalogna dello scorso maggio, avevamo sottolineato come l’esito del voto rappresentasse n importante cambiamento politico, con la vittoria del Partito Socialista (Partit dels Socialistes de Catalunya, PSC-PSOE), che ha ottenuto 42 seggi su 135, ed il conseguente declino dei partiti separatisti. Un risultato che ha rappresentato anche un rafforzamento per il governo centrale di Pedro Sánchez, visto che i socialisti non vincevano le elezioni catalane dal 2006.

Tuttavia, il PSC non ha raggiunto la maggioranza assoluta dei seggi, motivo per il quale aveva bisogno di alleati al fine di formare un governo di coalizione, con Salvador Illa (in foto), il leader socialista, che ha espresso la volontà di collaborare con altre forze politiche di centro-sinistra. Nel corso di questi mesi, dunque, le contrattazioni tra le principali forze politiche hanno tenuto banco per dare vita al nuovo governo regionale con sede a Barcellona. Questo almeno fino al 29 luglio, quando il partito Esquerra Republicana de Catalunya (ERC) ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il PSC per la formazione del nuovo governo, seguito due giorni dopo dalla lista Comuns-Sumar.

L’8 agosto, l’emiciclo di Barcellona ha dunque tenuto il voto per l’investitura di Salvador Illa, nominato presidente regionale con 68 voti favorevoli, 66 contrari ed un astenuto. Come previsto, Illa ha ottenuto il sostegno dei 42 deputati socialisti, ai quali si sono sommati i 20 rappresentanti di ERC ed i sei di Comuns-Sumar. Illa succede dunque a Pere Aragonès (ERC), che guidava la regione dal maggio 2021.

Secondo gli analisti, l’elezione di Salvador Illa come presidente della Generalitat de Catalunya rappresenta un importante cambiamento nella politica regionale catalana. Dopo oltre un decennio di governi separatisti, il passaggio a un governo socialista segnala un allontanamento dalle politiche di secessione e un avvicinamento al dialogo con il governo centrale di Madrid, guidato sempre dai socialisti. Inoltre, Illa, ex ministro della Sanità, ha già mostrato capacità di gestione e dialogo durante la pandemia di COVID-19, guadagnandosi rispetto a livello nazionale.

Il capo del governo spagnolo Pedro Sánchez ha elogiato la nomina di Illa, definendolo un “grande presidente per il governo regionale in Catalogna“. Il primo ministro ha sottolineato la capacità di Illa di lavorare in condizioni avverse e la sua dedizione alla regione catalana, considerando questa nomina come un importante passo verso la stabilità e la normalizzazione delle relazioni tra la Catalogna e il resto della Spagna.

Nonostante la vittoria, Illa dovrà comunque dimostrare con i fatti di poter guidare un governo che possa gestire le tensioni politiche e sociali esistenti. La sua elezione potrebbe effettivamente segnare un punto di svolta, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di costruire alleanze solide e di affrontare le richieste dei vari partiti. A questo fine, il ruolo dei due partiti di sinistra che sostengono il suo governo sarà fondamentale per portare all’attenzione di Illa le istanze della classe lavoratrice e delle fasce meno abbienti della popolazione.

Nel contesto della formazione del nuovo governo catalano, l’ex leader separatista Carles Puigdemont ha fatto un breve ritorno a Barcellona, suscitando grande attenzione mediatica, rubando le prime pagine dei giornali all’elezione di Illa. Nonostante il mandato d’arresto a suo carico, che lo ha costretto all’esilio per sette anni, Puigdemont, leader del partito Junts per Catalunya, è riuscito a partecipare a un raduno a Barcellona, riaffermando la sua determinazione a promuovere l’indipendenza della Catalogna.

Durante il suo discorso, Puigdemont ha ribadito il suo impegno per l’indipendenza, dichiarando: “Sono venuto oggi per ricordarvi che siamo ancora qui“. Il suo ritorno ha infiammato il dibattito sull’indipendenza, sollevando interrogativi sulla possibilità di una nuova fase di tensioni politiche al fine di destabilizzare il nuovo governo regionale.

Puigdemont ha lasciato la Spagna nel 2017, dopo il fallito tentativo di indipendenza, e da allora ha vissuto in Belgio. La sua comparsa a Barcellona è stata vista come un atto di sfida verso le autorità spagnole e ha attirato migliaia di sostenitori. Inoltre, la sua presenza ha anche complicato il panorama politico, creando incertezza sulle implicazioni legali e politiche del suo ritorno, con accuse incrociate tra varie forze politiche e militari che si sono scaricate la responsabilità del rimpatrio di Puigdemont, il quale è riuscito a sfuggire all’arresto.

Ad oggi, dunque, la situazione politica in Catalogna resta assai complessa. L’elezione di Salvador Illa offre l’opportunità di un nuovo inizio, ma le tensioni politiche e sociali non si risolveranno facilmente. La questione dell’indipendenza rimane un tema divisivo, e il ritorno di Puigdemont ha riacceso il dibattito su come gestire le aspirazioni separatiste.

Allo stesso tempo, il governo centrale di Pedro Sánchez si trova ora di fronte alla sfida di bilanciare le richieste di autonomia della Catalogna con la necessità di mantenere l’unità nazionale. La vittoria dei socialisti nella regione di Barcellona potrebbe facilitare il dialogo e la cooperazione, ma richiede anche una gestione attenta delle aspettative e delle tensioni esistenti.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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