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La vendita di Comau da parte degli Elkann\Agnelli sta destando preoccupazioni e polemiche in Italia, rappresentando un ulteriore passo verso una possibile de-italianizzazione delle operazioni della famiglia Elkann nel settore industriale.
Comau, con una storia di cinquant’anni, è un’azienda italiana leader nella produzione di robot per la manifattura e esoscheletri, strumenti tecnologicamente avanzati progettati per supportare i lavoratori e migliorare la mobilità delle persone con disabilità.
Tuttavia, la decisione di Stellantis di vendere Comau a un acquirente americano ha suscitato forti reazioni sia nel panorama politico che sindacale.
Comau e il suo impatto
Comau è stata un pilastro del settore manifatturiero italiano, con un fatturato annuo di 1,1 miliardi di euro e circa 3.800 dipendenti.
È considerata un’azienda di valore strategico per l’Italia, non solo per il suo ruolo nel settore della robotica industriale, ma anche per l’innovazione nel campo degli esoscheletri.
Questi dispositivi sono essenziali per migliorare la sicurezza e l’efficienza nelle linee di produzione, oltre a offrire soluzioni per le persone con difficoltà motorie.
Le ragioni della vendita
La vendita di Comau si inserisce negli accordi del 2021 tra FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e PSA (Peugeot Société Anonyme), in occasione della fusione che ha portato alla creazione di Stellantis.
La mossa sembra essere motivata da strategie aziendali globali piuttosto che da un disimpegno specifico dall’Italia, tuttavia, ha generato dubbi sull’impegno continuo degli Agnelli verso l’industria italiana.
Golden Power e governo
Il governo italiano, attraverso il comitato Golden Power, ha il potere di intervenire in operazioni societarie che coinvolgono aziende considerate strategiche per il Paese.
In questo contesto, c’è preoccupazione per la mancata notifica tempestiva della vendita di Comau, il che potrebbe portare a una sanzione fino al 3% del fatturato di Stellantis, stimata intorno ai 5 miliardi di euro. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso, il governo potrebbe utilizzare il Golden Power per bloccare o modificare l’operazione, al fine di preservare la proprietà e il controllo italiano su Comau .
Le preoccupazioni sindacali e il futuro dei lavoratori
I sindacati hanno espresso timori per le possibili conseguenze sui lavoratori, paventando un ridimensionamento dell’azienda e un potenziale taglio dei posti di lavoro. La vendita di Comau potrebbe implicare cambiamenti strutturali significativi che metterebbero a rischio la forza lavoro italiana.
Inoltre, ci sono preoccupazioni che questo sia un segnale di una più ampia strategia di disinvestimento da parte degli Agnelli in Italia, come suggerito dalle recenti operazioni di vendita di Magneti Marelli e altre attività immobiliari.
La de-italianizzazione degli Agnelli
La vendita di Comau non è un caso isolato; si inserisce in un trend di disimpegno da parte della famiglia Agnelli dal tessuto industriale italiano. Negli ultimi anni, Exor, la holding della famiglia, ha spostato la sua quotazione dalla Borsa di Milano ad Amsterdam, e ci sono stati altri movimenti verso una maggiore integrazione con il mercato francese, come l’adozione dello standard francese per alcuni segmenti automobilistici e la decisione di non produrre determinate automobili in Italia per motivi di costo .
La richiesta di maggiore responsabilità e gratitudine
La famiglia Agnelli è stata storicamente supportata dal governo italiano, come dimostrano gli incentivi alla rottamazione ideati durante il governo Prodi per evitare il fallimento di Fiat. Tuttavia, secondo le opinioni di diversi commentatori è necessario che gli Agnelli dimostrino maggiore gratitudine verso l’Italia, specialmente in un momento in cui il paese sta affrontando sfide economiche significative.
Si sottolinea che durante la pandemia di COVID-19, John Elkann ha ricevuto garanzie pubbliche per 6,3 miliardi di euro, mentre allo stesso tempo orchestrava vendite e spostamenti strategici delle loro operazioni. In pratica, prendi i soldi e scappa.