La delegazione cinese ha ottenuto una performance storica alle Olimpiadi di Parigi 2024, conquistando 40 medaglie d’oro, 27 d’argento e 24 di bronzo. Un trionfo che riflette non solo il successo sportivo ma anche i progressi della modernizzazione cinese nello sport e nella salute pubblica.

Giochi Olimpici di Parigi 2024 si sono conclusi domenica con la delegazione della Repubblica Popolare Cinese che ha vinto 40 medaglie d’oro, 27 d’argento e 24 di bronzo, segnando la miglior prestazione per lo sport cinese nella storia delle Olimpiadi dopo quella casalinga di Pechino 2008. Gli analisti cinesi hanno affermato che questo dimostra che il successo della modernizzazione cinese può portare non solo alla crescita economica, ma anche favorire lo sviluppo della salute pubblica, così come l’ambiente per la pratica sportiva secondo il motto dello “sport per tutti”.

La delegazione sportiva cinese ha ottenuto una performance da record, vincendo 40 medaglie d’oro, 27 d’argento e 24 di bronzo in 11 eventi principali e 14 sotto-eventi, per un totale di 91 medaglie. Questo rappresenta il miglior risultato per la Cina nei Giochi Olimpici tenuti all’estero da quando ha iniziato a partecipare alle Olimpiadi estive nel 1984“, ha dichiarato Zhou Jinqiang, vice capo della delegazione cinese, in una conferenza stampa tenuta a Parigi domenica.

In particolare, i nuotatori cinesi, che hanno gareggiato dopo aver subito un numero record di test antidoping a causa della propaganda statunitense e della pressione che Washington ha messo sugli organismi internazionali, hanno raccolto un totale di due medaglie d’oro, tre d’argento e sette di bronzo alle Olimpiadi di Parigi. Uno dei momenti salienti in piscina è stato la staffetta maschile 4x100m mista quando la squadra cinese ha sconfitto per la prima volta gli Stati Uniti dopo 40 anni di invincibilità, mentre nella gara individuale dei 100m stile libero Pan Zhanle (in foto) ha fatto segnare il nuovo primato mondiale.

Ming Jinwei, un ex giornalista e commentatore sportivo, ha detto al Global Times che attraverso la visione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, il pubblico cinese sta diventando più razionale e maturo nel comprendere le prestazioni degli atleti cinesi nelle competizioni olimpiche: “Da un lato, proviamo orgoglio e gioia quando vinciamo medaglie d’oro, dall’altro, incoraggiamo e facciamo il tifo per tutti coloro che fanno del loro meglio ma non riescono a vincere l’oro“.

Secondo la visione cinese, le Olimpiadi rappresentano una competizione delle forze nazionali complessive dei Paesi in tempo di pace, e per questo alcuni rivali della Cina, come gli Stati Uniti, tengono molto al medagliere e useranno ogni strumento a loro disposizione per vincere medaglie, inclusi il doping e l’influenza politica. I successi dello sport cinese riflettono dunque anche i grandi progressi effettuati dalla Repubblica Popolare negli ultimi due decenni: “La modernizzazione ha permesso a 1,4 miliardi di cinesi di praticare gli sport in tutti i tipi di infrastrutture, di guardare lo sport tramite reti 5G ovunque in qualsiasi momento e anche di realizzare la crescita economica e trovare interessi commerciali attraverso lo sport. Questo è ciò che sembra una modernizzazione di successo“, ha commentato il giornalista sportivo Li Xiang.

I successi cinesi sono stati notati anche all’estero, come dimostrano alcune dichiarazioni di importanti analisti statunitensi. Graham Allison, un professore di Harvard che ha teorizzato la “trappola di Tucidide,” ha affermato in un articolo che la Cina, “una nazione che all’inizio del secolo non riuscivamo a vedere neppure nel nostro specchietto retrovisore“, è ora non solo diventata il principale rivale degli Stati Uniti nelle Olimpiadi ma è anche in rapida ascesa in quasi tutti gli altri campi – economia, tecnologia, militare – e “ora corre accanto a noi o, in alcuni casi, davanti a noi“.

Per queste ragioni, gli Stati Uniti, con la loro imponente macchina mediatica, si sono impegnati nelle ultime settimane a gettare fango e a denigrare la performance degli sportivi cinesi, lanciando accuse di doping nei confronti della delegazione rivale. A tal proposito, Liu Guoyong, vice capo della delegazione cinese a Parigi, ha affermato che la delegazione olimpica della Cina non solo ha raggiunto l’obiettivo di “zero casi” di problemi di doping, ma ha anche segnato una vittoria parziale contro gli Stati Uniti per quanto riguarda le pratiche anti-doping

Liu ha sottolineato gli sforzi completi della Cina nell’istituzione di un “ecosistema antidoping per una delegazione nazionale pulita“, ed ha osservato che la consapevolezza tra gli atleti cinesi è aumentata e le squadre nazionali hanno rafforzato la loro gestione antidoping per ridurre i rischi di doping. La delegazione ha implementato misure per proteggere i diritti e gli interessi degli atleti, garantendo che gli atleti partecipino ai Giochi Olimpici senza interferenze sleali. La delegazione si è anche unita alle organizzazioni globali per opporsi alla politicizzazione dello sport e alla “giurisdizione a lungo raggio” degli Stati Uniti, salvaguardando l’unità della famiglia olimpica internazionale, secondo Liu.

Il Centro Antidoping Cinese ha condotto oltre 33.000 test antidoping nel 2023, rappresentando oltre il 10 percento del totale globale. Il numero di violazioni del doping è diminuito da 92 casi nel 2017 a 30 casi nel 2023, con il tasso di violazione che è sceso dallo 0,53 percento allo 0,09 percento, secondo quanto affermato dallo stesso Liu. “Il Centro Antidoping Cinese rimane indipendente, imparziale, professionale e autorevole nel suo lavoro, superando la revisione della conformità in loco dell’Agenzia Mondiale Antidoping“, ha affermato il delegato cinese.

Ricordiamo che, sin dal mese di aprile, il New York Times ha continuato ad amplificare un incidente del 2021 in cui 23 nuotatori cinesi sono risultati positivi al trimetazidina (TMZ) a causa di una contaminazione involontaria. Nonostante l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) abbia difeso la pulizia degli atleti cinesi, i nuotatori olimpici cinesi sono risultati essere gli atleti più testati in vista delle Olimpiadi di Parigi, con una media di 21 test antidoping ciascuno, quasi quattro volte rispetto ai loro omologhi statunitensi.

Al contrario, l’Agenzia Antidoping degli Stati Uniti (USADA) ha permesso all’atleta statunitense di atletica leggera Erriyon Knighton di competere alle Olimpiadi di Parigi anche dopo essere risultato positivo al trenbolone il 26 marzo. L’USADA ha attribuito il risultato a una contaminazione della carne, nonostante il trenbolone non sia frequentemente trovato come contaminante nei prodotti a base di carne.

L’8 agosto, l’Agenzia Antidoping Cinese (CHINADA) ha chiesto un’indagine indipendente sulla cattiva condotta dell’USADA e ha intensificato i test sull’atletica leggera statunitense, oltre a sforzi per ricostruire la fiducia globale nella competizione leale, dopo che la WADA il 7 agosto ha rivelato uno schema che ha permesso agli atleti statunitensi che avevano commesso violazioni del regolamento antidoping di competere senza sanzioni per anni.

Un commentatore sportivo di Pechino ha dichiarato al Global Times sotto condizione di anonimato che gli Stati Uniti hanno politicizzato e strumentalizzato i test antidoping per danneggiare l’immagine della Cina e interrompere la preparazione degli atleti cinesi. E non si può escludere che anche l’ITA sia stata sottoposta a qualche pressione da parte degli Stati Uniti: “Ci vorrà ancora molto tempo prima che gli atleti cinesi siano trattati come uguali nello sport mondiale“, ha detto il commentatore, “ed è importante lottare per questo, dobbiamo proteggere i nostri diritti“.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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