La verità politica è chiarissima e inequivocabile: 43 persone innocenti sono morte a causa della sciagurata privatizzazione delle autostrade a cui solo noi di Rifondazione Comunista ci opponemmo. Ai privati furono garantite concessioni con regole tutte a loro favore e una totale assenza di controlli. L’asservimento della politica a gruppi economici privati è proseguita anche dopo il crollo nonostante siano emerse dalle indagini evidenti prove della mancata manutenzione.

Quelle vittime sono state ammazzate una seconda volta quando, invece di togliere la concessione a chi non aveva garantito la manutenzione, la politica ha deciso di ricomprare con 9,5 miliardi di denaro pubblico le quote della società concessionaria Atlantia.
La politica ha arricchito i Benetton anche dopo la strage!

Il 28 giugno 2019 il gruppo di lavoro istituito con decreto dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Toninelli) consegnava un parere che diceva a chiare lettere che ASPI era inadempiente rispetto agli obblighi di custodia, restituzione e manutenzione previsti dal codice civile e dalla convenzione, sottolineava che la gravità di tali inadempimenti, e che il Concedente aveva “il potere di risolvere autonomamente la concessione”.
I giuristi misero in guardia dal contenzioso – in cui il concessionario avrebbe potuto farsi forte dell’approvazione con legge di una Convenzione con regole molto favorevoli al privato – ma comunque ritenevano che non vi fossero le condizioni per cui il concessionario potesse ottenere facilmente un forte indennizzo.
Quella legge fu approvata dal quarto governo Berlusconi che annoverava tra i ministri Meloni, La Russa, Fitto, Bernini, Calderoli, Carfagna, Gelmini. Quel governo, appena insediato, nel convertire in legge il d.l. 59/2008 riuscì a superare ogni record di indecenza. In sede di conversione furono poste in essere due misure che hanno condizionato la vicenda dopo la strage. La prima fu l’approvazione con legge delle convenzioni/concessioni per sbloccare una situazione di stallo. La seconda fu la previsione di una clausola – del tutto innovativa ed extra ordinem – che garantiva in qualunque ipotesi di scioglimento del rapporto concessorio un indennizzo per il concessionario. Ed è proprio questa cluasola che ha ammorbidito il parere della commissione di esperti. E’ vero che qualifica in termini di inadempimento la condotta di ASPI e sostiene che da questo scaturisce un potere di risoluzione unilaterale, ma consiglia cautela rispetto alle conseguenze finanziarie. Gli esperti sostengono la nullità della suddetta clausola, ma allo stesso tempo si chiedono se il fatto che essa sia stata disposta con legge possa “sanare” ab initio l’ipotesi di nullità. A questo aggiungono altri elementi che potrebbero giocare a favore di richieste indennitarie dei privati. Sulla base di questa norma berlusconiana del 2008 i governi Conte 2 e Draghi decisero di riacquistare le azioni di Atlantia. Certo ministra era Paola De Micheli del PD che non si è mai vista andare contro un potere forte.

Centrodestra e centrosinistra hanno arricchito gli oligarchi nostrani con le privatizzazioni e dopo la strage hanno affidato ‘Autostrade per l’Italia’ a fondi d’investimento nordamericani.

Il crollo del Ponte Morandi è il simbolo del fallimento delle privatizzazioni e della subalternità della politica di centrosinistra e centrodestra agli oligarchi della nostra economia.

Quello delle autostrade è stato un gigantesco furto ai danni del popolo italiano, un simbolo del saccheggio del patrimonio pubblico e dei beni comuni dell’ultimo trentennio. Dopo essere stati tartassati dai pedaggi ci ritroviamo infrastrutture insicure e ammalorate.

Noi di Rifondazione Comunista fummo gli unici ad opporci alla privatizzazione e i fatti ci hanno dato ragione.
Fummo accusati di essere un’opposizione ideologica, ma ricordo che in Germania le autostrade sono ancora pubbliche e che persino dei liberali dovrebbero convenire che le autostrade rientrano nella categoria dei monopoli naturali e quindi debbano avere una gestione pubblica. Questa elementare considerazione – che avrebbe sottoscritto Luigi Einaudi non a caso relatore ai primi del novecento della legge per la gestione municipale dell’acqua – in Italia è stata rimossa perchè si è affermato un neoliberismo predatorio che ha visto i due poli mettersi al servizio del saccheggio del settore pubblico. Abbiamo potuto constatare che anche nella siderurgia – si veda il caso dell’ILVA di Taranto – le cose abbiano funzionato, ma nel caso delle autostrade non vi era alcuna giustificazione a un’operazione che fu sostenuta da tutta la grande stampa.
Draghi lavorò a quella ondata di privatizzazioni voluta allo stesso modo dai berlusconiani come dal centrosinistra di Prodi e D’Alema.
Il risultato della privatizzazione è che tutte le reti autostradali sono in stato di degrado.

L’anniversario del crollo ci ricorda come è stato saccheggiato il patrimonio pubblico da una politica al servizio di un capitalismo di rapina.

#autostrade #PonteMorandi @mettere in evidenza

Maurizio Acerbo prc

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